Tratto dallomonimo poema in versi di Elia Marcelli, il monologo racconta lorrore della guerra attraverso la voce di chi lha vissuta in prima persona. Un teatro civile che si presenta nuovo soprattutto mediante lutilizzo di due elementi: la metrica dellottava classica e il dialetto romanesco che rende la narrazione ancora più schietta e veritiera. Il risultato è un affresco epico che non omette particolari crudi e rimossi dalla storia ufficiale e che diviene quanto mai attuale in unepoca di bombe intelligenti e guerre umanitarie.
Il monologo corale di Cristicchi si può definire anche dialogo a più voci per Attore Solo. Una regia impeccabile di Alessandro Benvenuti, rende la rappresentazione unica nel suo genere. Cristicchi fa sorridere e commuovere, riesce ad accompagnare gli spettatori tra la risata, amara e disillusa, fino al coinvolgimento emotivo più forte e intenso.
Il copione narra le disavventure di Giggi, Mimmo, Peppe, Nino, Nicola e Remo, un gruppo di giovanissimi soldati della Divisione Torino, spediti a morire da Mussolini nella famigerata campagna di Russia (1941-1943), è questo lepisodio più drammatico vissuto dallesercito italiano nella seconda guerra mondiale. Un esercito di straccioni e sbandati a cui rimangono solo fame, freddo, paura e il sapore di una disfatta: partono 220.000 ragazzi. Sulla strada del ritorno dalla Russia ne resteranno circa 90.000. Elia Marcelli è tra i pochi reduci che riportano a casa il dolore, la rabbia e il dovere di testimoniare una scomoda verità, raccontando passo passo la spedizione: la retorica religiosa della guerra giusta, laddio a Roma, il lungo viaggio a piedi, i combattimenti, larrivo del Generale Inverno, il nemico, la solidarietà del popolo russo e legoismo assoluto dei soldati che rende luomo simile alla bestia, il rispetto del proprio dovere, la ritirata, la disfatta, la morte.
Tra un capitolo e laltro, ecco irrompere la voce stentorea e fiera dei proclami trionfalistici, tipica dei bollettini della radio di regime e simbolo di una disinformazione sulla quale anche allepoca si fondava il consenso delle masse. Lappassionante avventura di questi ragazzi, poco più che ventenni, è raccontata con passione, rispettando in maniera assoluta la verità della storia, alternando i registri stilistici, dal grottesco al lirico, dal narrativo al tragico.
Un ringraziamento sincero da parte dellAssociazione Timbre va a Simone Cristicchi per laiuto e la solidarietà dimostrando ancora una volta una grande sensibilità umana e artistica.
La rappresentazione apre ledizione 2013 di Sipario Aperto, la stagione del Verdi di Poggibonsi, giunta questanno alla numero quindici, con appuntamenti di teatro non convenzionale. Le prossime date: venerdì 18 gennaio alle 21,30 EmmeA Teatro presenta Schiavi in mano con Fabio Monti. Sabato 23 marzo alle 21,30 Francesco Pennacchia e LaLut propongono Ad Bestias.
A cura dellAssociazione Timbre e dallAmministrazione comunale di Poggibonsi con il contributo di Regione Toscana, Amministrazione provinciale di Siena (circuito Sipario Aperto). La direzione artistica è di Luca Losi e Cristina Del Zanna.
Ingresso: euro 13 intero euro 10 ridotto (senior, junior, soci Arci, studenti, Carta Valdelsa Off)
Informazioni: 0577 981298 – info@timbreteatroverdi.it
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