Il calendario di chiacchierate d’arte del Siena Art Institute riparte martedì 5 febbraio alle 18 con un nuovo ciclo di incontri con artisti e professionisti del mondo dell’arte chiamati a raccontarsi dalle aule di via Tommaso Pendola, 37 e a condividere con la platea di “StARTers” la loro ricerca, il loro percorso, il loro modo di intendere e di fare arte.
Si comincia con Sabrina Mezzaqui, artista bolognese il cui lavoro si caratterizza per un legame forte con la letteratura. Molti gli autori a cui ha reso omaggio – da Marguerite Yourcenar per la mostra “Come nell’acqua” (Castel Sant’Elmo, Napoli, 2007), il cui titolo prendeva spunto da una raccolta di racconti dell’autrice francese, a Lalla Romano per l’opera Le parole tra noi leggere (2004) –
Un interesse, quello per la parola, che si manifesta anche in un’attenzione alla sua forma fisica, che viene modellata fino a rappresentare il soggetto essenziale di alcuni dei lavori. Nel 2012 ha anche pubblicato una raccolta di lettere, L’ombra delle cose (lettere da Pantelleria ottobre 1998-gennaio 1999). L’incontro con Sabrina Mezzaqui è organizzato con la collaborazione dell’Associazione Culture Attive di San Gimignano.
“StARTers” proseguirà fino a giugno con altri 16 appuntamenti con artisti, critici e storici dell’arte con cui approfondire il ruolo dell’arte come motore di crescita e cambiamento e le responsabilità dell’artista nella società moderna. Prossima artista in calendario, il 12 febbraio, la poetessa statunitense Martha Collins, a Siena per un mese in qualità di visiting artist del Siena Art Institute.
Tutti gli incontri di “StARTers – Assaggi d’arte” sono ad ingresso libero e gratuito.
Sabrina Mezzaqui
Sabrina Mezzaqui è nata a Bologna nel 1964. A partire dagli anni Novanta ha esposto presso musei e gallerie sia italiani, che internazionali. Fra le mostre personali si ricordano “Bagaglio a mano” (MoCA, Buenos Aires, 2009), “Mettere a dimora” (Galleria Continua, San Gimignano, 2008) e “C’è un tempo” (GAM, Torino, 2006).
La sua ricerca artistica l’ha portata anche a lavorare all’interno di contesti storici, realizzando per questi luoghi installazioni appositamente concepite. È il caso dell’intervento in dialogo con la collezione di antichi tessuti del Museo Civico d’Arte di Modena (“La realtà non è forte”, Sala Gandini, 2010) o della mostra collettiva “La memoire” (1999), a cura di Carolyn Christov-Bakargiev, presso Villa Medici a Roma.
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