Giovedì 10 maggio si svolgerà a Siena uno sciopero provinciale di 4 ore indetto dalla CGIL per i settori privati (eccetto i servizi pubblici essenziali) per l’intera mattinata; per i turnisti si tratterà delle ultime 4 ore del turno. Sarà invece di 8 ore lo sciopero dei lavoratori edili.
Per esporre alla cittadinanza le motivazioni dello sciopero verranno effettuati presidi e volantinaggi dalle ore 9 alle 13 in tutta la provincia: a Siena in str. Massetana Romana e ai Due Ponti, in Val d’Elsa a Poggibonsi (Salceto) e Colle (rotonda Belvedere), in Val di Chiana al casello di Bettolle, in Amiata ad Abbadia San Salvatore (viale Roma).
Lo sciopero indetto a livello territoriale fa parte di un pacchetto di scioperi provinciali e di settore che sono stati già effettuati – o che verranno effettuati – in tutto il territorio nazionale a sostegno delle rivendicazioni della CGIL sui temi della riforma del lavoro, degli ammortizzatori sociali e dello sviluppo.
“Abbiamo scelto proprio questa data – spiega Claudio Guggiari, Segretario Generale della CGIL di Siena – per effettuarlo in concomitanza con la mobilitazione nazionale dei lavoratori precari. Dopo aver denunciato la scarsa rilevanza del ddl di riforma del mercato del lavoro sulla precarieta’ la giornata vuole sostenere anche una politica per il superamento della stessa condizione con richieste di modifica al provvedimento, perche’ ai giovani di questo Paese si diano delle risposte vere. Anche in provincia di Siena almeno il 16% dei giovani tra 15 e 34 anni ha perso ogni speranza di trovare un lavoro”.
“Gli altri temi a noi cari – sottolinea Guggiari – sono quelli dell’occupazione: chiediamo investimenti per lo sviluppo, la crescita, l’innovazione, la ricerca, la formazione, le tecnologie e la competitività territoriale. E poi i giovani: servono meno contratti precari ed investimenti sui giovani e sui loro diritti. E poi gli ammortizzatori sociali: bisogna estendere le tutele a chi non le ha, a partire dai precari e dagli ‘esodati’: nessuno può rimanere senza lavoro, ammortizzatori e senza pensione. E poi il tema della riforma fiscale: bisogna abbassare le aliquote su lavoro dipendente e pensioni redistribuendo la ricchezza a favore delle famiglie, degli operai e dei pensionati e di chi investe in impresa sottraendola alla rendita finanziaria e recuperare dall’evasione. E per finire il welfare: basta con i tagli all’assistenza, alla sanità pubblica, alla scuola e all’università”.
“Vorrei segnalare solo alcuni dati della provincia di Siena relativi al 2011 – continua il Segretario – che ben spiegano il perché dello sciopero nel nostro territorio. 59.000 assunzioni, con un calo dello 0,3% rispetto al 2010; 5% in meno quelle a tempo indeterminato: il 7% del totale (al di sotto di 5 punti percentuale rispetto alla media regionale). 114.000 gli occupati e 8.000 in cerca di occupazione. Il tasso di disoccupazione è al 6,6% (per la prima volta supera il dato regionale); 3.000 posti persi dal 2008 (2.000 iscritti in meno in 3 anni alla cassa edile). Le liste di mobilità sono aumentate del 9% (+ 1.315 unità); il totale delle mobilità è di 2.417 unità (+ 21% rispetto al 2010). L’indennità di disoccupazione ordinaria registra + 998 unità rispetto al 2010 (26% in più). La cassa integrazione guadagni è a -4,32% rispetto al 2010, ma c’è una forte crescita di quella in deroga che riguarda le piccolissime aziende. 1750 erano i posti a rischio nel settore metalmeccanico, nel lapideo e nell’edilizia. Nei primi mesi del 2012 la cassa integrazione è aumentata del 33% sullo stesso periodo dell’anno scorso. La Cassa integrazione assistenza del settore artigiano registra 62.999 ore di fondo sostegno al reddito (+ 11% rispetto al 2010); nei primi 3 mesi del 2012 si parla già di 45.981 ore!”.
“Per non parlare – affonda e conclude Guggiari – del reddito disponibile delle famiglie senesi: dal 2004 al 2010 è aumentato solo del 5,98%, rispetto al 9,47% della Toscana e del 9,86% dell’Italia”.