“Sguardi incrociati” a Lunedilibri: cinema, memoria, testimonianza nel lavoro di Marco Dinoi

Il lavoro teorico di Marco Dinoi, docente dell’Ateneo senese prematuramente scomparso, è al centro dell’appuntamento della rassegna culturale “Lunedilibri” promossa dall’Amministrazione comunale in sinergia con l’Università, in programma il prossimo 19 marzo alle ore 17,30 nell’Aula Magna del Rettorato.

L’incontro, aperto al pubblico, si svilupperà intorno alla pubblicazione Sguardi incrociati. Cinema, testimonianza, memoria nel lavoro teorico di Marco Dinoi a cura di Dimitri Chimenti, Massimiliano Coviello e Francesco Zucconi (Fondazione Ente dello spettacolo, Roma 2011), con interventidi Alessandro Cannamela, assessore comunale alle Politiche giovanili, del Preside della Facoltà di Lettere Roberto Venuti, dei docenti universitari Luca Venzi e Christian Uva.

Sguardi incrociati, con l’introduzione di Pietro Montani, raccoglie una serie di riflessioni sull’ultimo libro di Dinoi: Lo sguardo e l’evento. I media, la memoria, il cinema, a firma di Luca Venzi, Maria Cristina Addis, Stefano Jacoviello, Angela Mengoni, Gabriele Biotti, Edoardo Becattini, Simone Ghelli, Clemens-Carl Härle, Paolo Bertetti, Agostino Arciuolo, Vincenzo Cascone, Flavio Pintarelli e Nicola Perugini.

L’evento, oggetto di studio da parte di Dinoi, è l’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001 e l’analisi delle modalità con cui i media hanno rappresentato e fatto conoscere l’accaduto.

<<Che ne è della realtà – scrive Dinoi – di ciò che esperiamo come realtà, quando la nostra percezione di essa si fa anche e, soprattutto, attraverso l’immagine mediatica? Qual è il posto dell’altro all’interno delle immagini che siamo abituati a vedere?>>.

Ben quattordici studiosi, afferenti a diversi ambiti disciplinari, affrontano, partendo dall’indagine di Dinoi, il tema, assai complesso, della capacità e funzione testimoniale delle immagini e a quali condizioni, queste, possono diventare uno strumento per la memoria. Analisi, queste, sempre più urgenti – come evidenzia Montani nella sua introduzione – <<in un momento storico in cui si rende necessaria un’assunzione di responsabilità da parte di ogni spettatore>>.

Ma solo se lo sguardo non è unico, solo se lo sguardo permette a chi vede di guardare attingendo all’archivio di immagini del passato, pronto ad interagire nel presente, così da determinare una panoramica d’insieme, e non solo quella del “regista”. Dalla fotografia al cinema, sia che si tratti di filmografia di finzione che documentaria, la funzione testimoniale dell’immagine può farsi carico di generare, o rigenerare, nello spettatore, una coscienza critica del mondo, di rielaborare rapporti tra gli eventi e la loro rappresentazione, di attingere all’archivio di immagini del passato e di farlo interagire con il presente. Per questo l’importanza dell’eredità intellettuale di Dinoi, sulla quale è necessario continuare a lavorare per conoscere, per riprendere le parole di Stefano Javoviello << la presa dell’immagine sull’assetto della cultura (il sapere del mondo) e della memoria (l’identità del sapere del mondo)>>. Ma se <<il cinema di cui si occupa Dinoi – come scrive Luca Venzi – è quello in cui gli autori guardano il mondo e assumono una postura al suo interno, allora occorre che uno sguardo non smetta di continuare a guardarlo, a mostrarlo, a occuparsi di lui>>.

In sintesi: da uno sguardo eticamente responsabile dipende l’immagine del mondo che consegneremo alle generazioni future. Può sembrare un argomento teorico e molto di nicchia, invece tocca tutto il genere umano. Partecipare alla presentazione di Sguardi incrociati sarà un valido aiuto per comprendere come l’universo “immagine” può alterare percezioni e radicamenti culturali. Può stimolare una risposta critica al panorama di assuefazione in cui lo spettatore è stato confinato.