“Piero Sadun. Genesi di un artista 1938-1948”. E’ questo il titolo della mostra in programma fino al 10 gennaio nelle sale della Pinacoteca Nazionale di Siena e dedicata al celebre artista senese che fu vittima della discriminazione razziale e protagonista della lotta per la libertà negli anni della Resistenza.
“La Regione Toscana ha voluto collaborare alla realizzazione della mostra dedicata all’artista Piero Sadun per fare omaggio ad un maestro toscano per eccellenza, che con grande originalità e versatilità innovativa ha saputo
dialogare con le principali correnti artistiche del Novecento”.
Lo ha affermato la vicepresidente e assessore alla cultura Monica Barni all’inaugurazione della mostra realizzata su iniziativa della comunità ebraica di Firenze e Siena con la Soprintendenza/Pinacoteca Nazionale di Siena, che la ospita fino al prossimo gennaio.
Un’esposizione interessante ed inedita che riscopre tutto il percorso artistico di Sadun, in cui la ricerca si è sempre caratterizzata per una cifra stilistica originale, maturata dall’artista in modo del tutto ritirato e volontariamente isolato, seppur circondato e ‘contaminato’ da personalità di altissimo profilo intellettuale.
Questa esposizione assume, a giudizio dell’assessore, il valore un’attiva testimonianza di memoria civile. L’arco cronologico delle opere esposte e la genesi della ricerca artistica di Piero Sadun chiamano infatti in causa il
decennio più drammatico del Novecento, e gli eventi che hanno contribuito a costruire l’identità collettiva del nostro Paese con la conquista della libertà e della democrazia repubblicana.
La storia è entrata con forza nella ricerca artistica dell’autore anche perché con altrettanta prepotenza era entrata nella sua vita personale. Dall’infamia delle leggi razziali, di cui Sadun fu vittima insieme alla sua famiglia e che determinarono la sua espulsione dal liceo di Siena, fino al riscatto nella Resistenza contro il fascismo, che lo vide attivo protagonista della lotta partigiana sulle montagne del Prato Magno.
“Ai cittadini toscani, in particolare a quelli più giovani, il compito di apprezzare questa rilevante testimonianza d’ arte e di impegno civile, pazientemente raccolta perché rimanga vivo il ricordo drammatico ed eroico di quei giorni – ha concluso la vicepresidente Barni -. Significativamente inserita nella cornice del 70esimo anniversario della Liberazione, la mostra vuole essere un doveroso omaggio al grande artista toscano, all’uomo vittima della
discriminazione razziale e alla sua coraggiosa scelta di libertà”.