Mercoledì 7 marzo alle ore 21.30, riparte Frames, spartiti, fotogrammi… la rassegna curata da Maurizio Comanducci sui rapporti che si sono sviluppati nei decenni tra cinema e altri linguaggi artistici. Un viaggio nell’arte attraverso il punto di vista attento e curioso, della cinepresa.
Il primo appuntamento è con i primi due film dello spagnolo Luis Buñuel, Un chien Andalou e L’Age D’Or, due capolavori del regista surrealista per eccellenza, entrambi sceneggiati con Salvador Dalì. Un modo di rappresentare la (sur)realtà senza nessun nesso logico, (buon) senso comune, raziocinio. Come nei sogni, nella follia, nell’amore.
Un uomo taglia l’occhio di una donna, sfumatura. Un altro uomo, in bicicletta, cade su un marciapiede e sbatte la testa. Una donna, affacciata alla finestra, vede la scena, scende in strada e fa sdraiare l’uomo sul suo letto. Dalle mani dell’uomo escono delle formiche….. ….Manifesto del surrealismo francese, il film è una rappresentazione onirica delle idee avanguardistiche sue e di Dalì. Prodotta al di fuori dei canali commerciali ufficiali, la storia, nella quale si creano e ricreano, alternandosi, situazioni grottesche, dure o ridicole, è un incontro tra forme d’erotismo legate al corpo e rilette in chiave sado.
Uso del montaggio a dissolvenze e sovrimpressioni, soggettive e decostruzione narrativa\temporale, sono fra le componenti che più hanno influito sul successo di questa pellicola). Il sogno è così evidentemente sogno che, assieme alla successiva L’age d’or (1930), possono apparire come documentari realistici su un mondo onirico
L’age d’or ,di solo un anno dopo, è una storia simbolica, slegata da regole di unità di azione, luogo o tempo. L’intento è sempre quello di svelare la natura torbida e irrazionale degli istinti umani, soprattutto quelli sessuali. In più si aggiungono temi politici e sociali più legati all’attualità dell’epoca (anticlericalismo, lotta di classe, ipocrisia e insensibilità dei ceti più ricchi). La novità stilistica di questo film è però l’uso del mezzo preferito dai surrealisti per diffondere le proprie idee, cioè lo scandalo. E lo scandalo prodotto da questo film sarà così clamoroso che sarà tolto dalla visione pubblica per 50 anni.
In tutto il film l’idea che l’amore non è assolutamente romanticheria o sentimentalismo, ma desiderio fisico e sessuale, con risvolti a volte torbidi e su tutto imperversa la satira dell’alta società e della retorica politica dell’epoca.
Biglietto: € 3
Info e prenotazioni: uffstampa@lacortedeimiracoli.org, 057748596, per i prossimi appuntamenti www.lacortedeimiracoli.org