40.000 euro di danni arrecati dai cinghiali in un terreno destinato a colture biologiche; l’atteggiamento della Regione Toscana, Provincia di Siena e Atc 19 che si scaricano reciprocamente le responsabilità del giusto risarcimento, hanno convinto Acli Terra ad organizzare un sit-in di protesta a La Lizza. Decine di migliaia di euro di reddito sfumate, ore di lavoro bruciate ed un patrimonio danneggiato che non potrà essere recuperato. E’ il triste bilancio sopportato dalle aziende della famiglia Brugiafreddo, a Torrita di Siena e Trequanda, per le distruzioni provocate nel periodo 2007-2008 dai cinghiali negli oltre 30 ettari, destinati a coltivazioni biologiche di mais. Oltre la perdita, la beffa per l’impossibilità di ottenere il rimborso dovuto. Il valore del nostro danno, spiega Loris Brugiafreddo, “è stato verificato con perizia del Ctu dei Tribunali di Siena e Montepulciano competenti per le nostre aziende di Trequanda e Torrita di Siena. Nonostante questo riconoscimento, le denunce e i processi, non siamo ancora riusciti ad ottenere il risarcimento perché Atc 19, Regione e Provincia declinano reciprocamente le responsabilità”. Così, spiega Carlo Paolini presidente Acli Terra, “per l’impossibilità di definire una situazione che si protrae da troppo tempo, abbiamo deciso di intervenire dando voce alla nostra protesta. Una mobilitazione tanto più necessaria perché i cinghiali rappresentano una pericolosa minaccia per gli agricoltori della nostra provincia, la più danneggiata in Regione dagli ungulati. Occorre un’adeguata strategia per evitare che le aree protette siano dei comodi rifugi per gli ungulati e per garantire il pieno risarcimento dei danni subiti dall’agricoltura. Dobbiamo impedire che i cinghiali contribuiscano ad aggravare i problemi degli agricoltori, già penalizzati dalle difficoltà di mercato e di gestione, da forti oscillazioni dei prezzi dei prodotti, dalla diminuzione dei consumi dei prodotti agroalimentari. La Regione dopo aver adeguato negli scorsi anni le norme di Legge in materia di gestione faunistica, con il Piano Faunistico Venatorio Regionale deve pienamente attuare le norme per riportare in equilibrio la fauna selvatica, oggi fuori controllo in molte aree, e garantire la sostenibilità dell’agricoltura”.