Secondo un sondaggio il blu e il verde sono i colori più amati dalla gente: il verde, come noto, è il colore della speranza, ma pochi sanno che il blu è un colore che mescola speranza e conoscenza, comunicazione e informazione.
Ecco perché oggi, sabato 14 novembre anche la Toscana e la provincia di Siena – come il resto del mondo – si coloreranno di blu, il colore scelto per la Giornata mondiale del diabete, una giornata instituita dall’ Onu per sensibilizzare e informare la gente su questa patologia. Che si classifica ormai come la malattia del benessere e che colpisce un’altissima percentuale di persone nei Paesi più sviluppati.
Pochi sanno cosa sia il diabete e quali rischi comporti e pochi sanno che la diagnosi è fondamentale per prevenire rischi e complicazioni associate. Infarti, ictus, cecità, dialisi, amputazione: questi sono le parole che la maggioranza delle persone identifica con il diabete, ma non sono i segni distintivi di questa patologia che se diagnosticata in tempi utili può di poco intaccare la qualità di vita di un paziente.
A dircelo sono i numeri: sappiamo che in Toscana 203 mila persone sanno di avere il diabete e che a queste si aggiungono almeno 50 mila che ancora non lo sanno; si stima poi che in provincia di Siena risiedano 19 mila persone affette. Tutte queste persone però grazie ai passi avanti della medicina, al supporto dei medici e del personale sanitario con cui sonno in contatto, all’informazione e ad uno stile di vita adeguato hanno imparato a convivere con i loro sintomi e a domarli, come si fa con un animale domestico. Queste persone, i medici e gli infermieri saranno al centro di numerosi eventi che oggi si svolgeranno sul territorio regionale (come nel resto del mondo) e che sono elencati sulla pagina dedicata alla giornata mondiale del diabete e che hanno il solo scopo di fornire più informazioni possibili a riguardo. Quando una cosa si conosce infatti non la si teme e se si impara ad usare tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione la si può prevenire. E in medicina spesso prevenzione vuol dire cura e anche quando la prevenzione non basta e serve una cura, la conoscenza della cura stessa è già buona parte della terapia.
Tra i tanti eventi in programma oggi e domani ci piace segnalarne uno in particolare, una attività volta a favorire l’accoglienza della scuola nei confronti degli alunni con diabete anche con interventi di formazione per docenti. Questo perché partire dai bambini significa giocare questa battaglia a viso aperto con il futuro, un futuro che avrà sembre bisogno di nuove risorse e che comincia oggi in una giornata in cui tutti siamo invitati a vedere il mondo un po’ più blu.
Ricordiamo anche che a Siena, domani 15 novembre dalle 9 alle 18 in Piazza Salimbeni i medici dell’UOC Diabetologia dell’AOU Senese, diretta dal professor Francesco Dotta, insieme all’Associazione Diabetici della provincia di Siena e alla Croce Rossa Italiana, saranno a disposizione di tutti i cittadini nello stand allestito. Oggi, invece, la Cappella di piazza del Campo s’illuminerà di blu e rimarrà accesa per tutta la notte insieme alle altre piazze d’Italia. “Il messaggio di quest’anno – spiega Dotta – è che la lotta al diabete deve mirare alla predizione e prevenzione della malattia e alla cura personalizzata dei pazienti. Predittiva, perché dobbiamo individuare i soggetti a rischio che possono sviluppare la malattia, e solo con un’informazione capillare e semplice possiamo arrivare a tutti i cittadini; preventiva, perché attraverso un adeguato stile di vita è possibile ridurre significativamente il numero di coloro che si ammaleranno di diabete; personalizzata, perché i moderni farmaci per la cura del diabete permettono di scegliere, per ogni paziente, la terapia più corretta. Alle Scotte abbiamo in cura circa 9mila pazienti – prosegue Dotta – che convivono con la malattia grazie a controlli periodici, ad un’équipe multidisciplinare e un percorso di cura condiviso con il medico di base e il territorio. Ci sono tuttavia persone che ancora non sanno di avere il diabete, perché si tratta di una malattia silente e quindi è molto importante essere informati e riconoscere i campanelli d’allarme”.
Vittoria Guideri
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