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Un bianco ‘controcorrente’: da Siena la Toscana del vino si reinventa per affrontare i dazi e le richieste del mercato

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C’è una curva di imbottigliato in calo costante ed un mercato dominato dal Sangiovese che deve essere capace di riadattarsi: pillole di consapevolezza enologica che Donatella Cinelli Colombini, delegata ragionale dell’associazione Donne del Vino, dispensa nell’ambito “Per un grande vino bianco della Toscana interna”.

Accolti negli spazi rinnovati di Enoteca Italiana,  produttori ed esperti accademici del settore si sono confrontati sulla necessità di individuare le soluzioni per dare vita ad un’etichetta autoctona, resistente al cambiamento climatico e che sappia raccontare il territorio.

“Potremmo rilanciare il “Procanico” o adottare un metodo di produzione misto, che recuperi anche l’antico uso dell’anfora”, ha detto Cinelli Colombini ricordando anche le varianti di Brucanico nel senese, Bobiano a Lucca, Albano ad Arezzo, Biancone a Cortona.

A rafforzare le ragioni dell’iniziativa anche gli effetti dei dazi di Trump. Servono alternative per crearsi spazi di mercato negli Stati Uniti, nonostante le tariffe. Il mondo poi si sta orientando sempre di più verso il bianco.

 

 

“I consumi mondiali si stanno sempre più orientando verso i vini bianchi, che in Italia rappresentano — spumanti inclusi — il 56% della produzione totale, contro il restante 44% dei rossi”, spiega Massimo Guasconi, presidente della Camera di Commercio Siena-Arezzo.

Padrona di casa Elena d’Aquanno, che ha accolto l’appello di Cinelli Colombini a fare squadra per non rimanere indietro rispetto ai trend dettati dai mercati.

“Abbiamo sempre cercato sinergie. È un momento complesso, ma siamo fiduciosi fin dall’inizio. Saremo uno dei veicoli fondamentali: dal 1933 fa cultura. Il nostro museo, i nostri bastioni continueranno a studiare e a promuovere il vino”, afferma la presidente di Enoteca Italiana Siena

Plauso dal Comune per l’iniziativa ospitata da Enoteca: “Ho visto l’evoluzione di questi locali e oggi intravedo la possibilità concreta — quasi un sogno — di riportare questo luogo a essere iconico, non solo per la città ma per tutto ciò che il nostro territorio può offrire”, dice l’assessore al turismo Vanna Giunti.

La parte scientifica è stata affidata all’Accademia della Vite e del Vino, che è nata a Siena 76 anni fa e che tornerà a riavere la propria sede qui in città dopo gli anni vissuti a Firenze

“Siamo di nuovo qui per dimostrare e confermare il nostro impegno nell’affrontare i problemi del settore vitivinicolo e nel dare il giusto risalto alla città”, conclude Rosario di Lorenzo, presidente della stessa Accademia.

Marco Crimi