La capitale toscana della cultura celebra i suoi maestri artigiani ed il suo tesoro più prezioso: l’alabastro, materiale delicato e lucente che viene estratto nella città culla della civiltà etrusca. Così a Volterra va in scena la mostra I Tesori dell’Alabastro
La mostra sarà ospitata dal 10 aprile fino all’1 novembre al Centro studi espositivo “Santa Maria Maddalena” e vede la collaborazione di Opera Laboratori, Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra, la Parrocchia Basilica Cattedrale di Volterra e Gruppo Creativo Elektro Domestik Force
L’iniziativa si inserisce nell’ambito di ‘L’Anima di Volterra’, un progetto di valorizzazione di quella parte di città che rappresenta maggiormente il cuore, ma anche l’anima della comunità volterrana. “Vivere lavorando l’alabastro è uno stile di vita che in pochi nel mondo hanno potuto vedere e sperimentare. A Volterra ci sono riusciti, lo hanno esportato nel mondo, valorizzandolo, facendo splendere la sua trasparente corposità venata, scolpendolo nelle più differenti forme. Parlare d’alabastro oggi, significa dunque raccontare una storia che si sta evolvendo, che sta continuando, che ha avuto periodi di difficoltà, ma che non ha mai cessato di esistere, sviluppandosi in nuove vie”, hanno spiegato gli organizzatori in una nota.
L’esposizione si dirama in due percorsi. “Uno è con i film dove l’alabastro e protagonista e con una serie di contenuti ispirati ai Goonies, che in inglese vogliono dire scarti proprio come questi residui di rocce presi dai nostri bottegai”, a dirlo è Nico Lopez Bruchi, deus ex machina della mostra. “Il secondo percorso? Qualcosa di giocoso e divertente. Un giro per Volterra nei luoghi degli artigiani. Questa è la mia visione del territorio”. Inoltre, aggiunge Bruchi, “avremo una stanza del tesoro con opere di alabastro dal 1800 fino ad oggi. E le iniziative non finiscono qui: il 22 luglio andrà inscena uno spettacolo di Francesca Sarteanesi, mentre Francesco Cavaliere, il 16 e 17 giugno, narrerà delle storie sugli alabastrai”.
Ancora Burchi: “Ho deciso di raccontare questa mia avventura, condivisa da buona parte dei cittadini volterrani, ampliata all’evoluzione del mondo della lavorazione dell’alabastro contemporaneo, sotto forma di avventura, di caccia al tesoro, un po’ con gli occhi e l’entusiasmo di un bambino, un po’ con lo sguardo e la sensibilità di un uomo, ormai adulto, che ha sempre approfondito il legame con questa pietra e con la sua città”.