Tre le tappe che hanno ospitato il progetto: Riccione (19- 20 luglio), Maiori (23 luglio) e Castiglione della Pescaia (3 agosto) dove particolarmente apprezzate sono state le degustazioni a tema in chiave Dop e Igp. Il progetto non ha solo permesso di far conoscere i prodotti wine e food delle meravigliose località italiane ma ha fatto soprattutto informazione. Grazie all’alta professionalità che da sempre contraddistingue Enoteca Italiana, durante le serate sono stati proposti dei questionari riguardanti la tracciabilità e la certificazione dei prodotti. Non solo degustazioni, ma anche educazione alimentare, dove persino i bambini hanno potuto apprezzare il pane con l’olio extravergine d’oliva delle migliori Dop e Igp italiane. Le iniziative hanno visto la presenza di ristoratori, enotecari, addetti nel settore del turismo interessati a scoprire nuovi prodotti, o avere conferma delle qualità riconosciute. Un progetto che ha permesso ad un pubblico variegato ed eterogeneo, locale, nazionale e straniero, di divertirsi, assaggiare e di conoscere al tempo stesso.
“Un successo – ha commentato Salvatore de Lio, manager e direttore di Enoteca Italiana – che insieme al Ministero vorremo proporremo anche l’anno prossimo toccando altre località turistiche italiane, almeno due per regione, sempre con l’obiettivo di realizzare una promozione a 360° per i prodotti tipici a denominazione di cui l’intera nazione italiana è ricca. L’iniziativa ha visto la presenza di numerosi turisti: francesi, tedeschi, americani, brasiliani e inglesi”.
“Utili sono stati i questionari – continua de Lio – perché il progetto è nato soprattutto con lo scopo di fare informazione ma anche attività di ricerca, per capire qual è il miglior modo per arrivare al consumatore finale. Abbiamo costatato che le persone sono curiose ma non hanno la percezione di quello che significa davvero tracciabilità e certificazione. Alla domanda ‘Qual è il nome del primo prodotto D.O.P. o I.G.P. che ti viene in mente?’, le risposte spesso sono state generiche rispondendo per esempio pecorino, tonno, prosciutto. E per gli oli, quello conosciuto per nome è solo l’extravergine. La gente nella scelta dell’acquisto è molto condizionata dal packaging e non ritiene utile la comunicazione sui prodotti a denominazione. Riconosce però nel marchio una tutela e garanzia e preferisce la promozione diretta per toccare con mano e con bocca il prodotto”.
“Non sono a conoscenza, infine, della nuova Ocm Vino, già in vigore in Italia che uniforma anche il vino ai prodotti Dop (D.o.c.g e D.o.c) e Igp (I.g.t.). – conclude de Lio – Questo vuol dire che c’è la necessità di fare più informazione, più attività di promozione ed è per questo che crediamo in queste iniziative che hanno trovato il favore anche degli addetti ai lavori”.
Ma QualItalia non ha avuto solo successo in Italia. Nella prima settimana di agosto, a Shangai (Cina) più di 80 operatori del settore, giornalisti internazionali, responsabili food end beverage di catene alberghiere, ristoratori, sommelier, si sono dati appuntamento presso la sede di Enoteca Italiana Yishang, dove si sono svolti importanti incontri, degustazioni e workshop tra le aziende italiane e gli importatori e operatori cinesi provenienti da diverse province della Cina. Un vero e proprio “B2B”, un incontro diretto tra importatore e produttore in un mercato, quello cinese, che rappresenta una grande opportunità per i vini italiani oggi e per gli altri prodotti nell’immediato futuro.
Per ricevere informazioni circa il progetto “QualItalia” è possibile telefonare 0577/228843 oppure inviare una email a enoteca@enoteca-italiana.it.
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