C’è il Santa Maria della Scala nel futuro del patrimonio artistico di Banca Monte dei Paschi? Prematuro dirlo ma le carte in tavola sono state scoperte quasi tutte.
Cinque secoli tra pittura, scultura, archivistica per un patrimonio che vanta oltre 30mila opere che raccontano la storia dell’arte italiana oltre a quella di Banca Monte dei Paschi, tanto per chiarire di cosa stiamo parlando. Un mecenatismo che affonda le radici nella nascita del Monte dei Paschi stesso e che lo scorso luglio, con un accordo transattivo che prevedeva anche 150 milioni di risarcimento alla Fondazione Monte dei Paschi, passava a quest’ultima l’intero patrimonio artistico della Banca.
Anche di questo si è parlato ieri, nella prima giornata ufficiale a Siena per il direttore della Pinacoteca Axel Hémery che, accompagnato da Massimo Osanna, direttore generale dei Musei per il Mibac, e dal direttore del Polo museale toscano Stefano Casciu, ha visitato la Pinacoteca e poi, con il sindaco e con la presidente della Fondazione Santa Maria della Scala, il complesso museale in piazza Duomo. Successivamente Hemèry si è spostato a palazzo Sansedoni e poi nella sede dell’Accademia Chigiana.
Axel Hémery, rispondendo alle nostre domande, aveva chiarito di avere in mente per il futuro della Pinacoteca una collaborazione con tutte le realtà del territorio e non soltanto, per fare sistema e in particolare, con il Comune, sul Santa Maria della Scala. Anche perché non è certo una novità l’idea di portare il patrimonio della Pinacoteca all’interno dell’antico spedale. Ma se a questo si aggiunge il pranzo che si è svolto in Fondazione Mps, dove il presidente Carlo Rossi ha ospitato i tre direttori, è facile immaginare che nei piani futuri il patrimonio artistico della Banca possa trovare spazio all’interno del Santa Maria: “Tutto è nato da una call che ho avuto nei giorni scorsi con il ministro Franceschini” ha detto il presidente della Fondazione Mps Carlo Rossi. La notizia non sta certo nella videochiamata quanto nella richiesta che lo stesso Rossi ha avanzato al ministro della cultura: l’interesse è la valorizzazione del patrimonio artistico della Banca e dopo la call con Franceschini nella quale si ipotizzava una convenzione tra FMps e Mibac, è arrivata a palazzo Sansedoni una mail del direttore Osanna per confermare la disponibilità ad andare avanti con il percorso della costruzione di un canale diretto con il Ministero, che faciliterebbe molto il progetto.
Il Santa Maria della Scala tornerebbe dunque tappa obbligata di un patrimonio “pellegrino” tra Siena e Roma.
Katiuscia Vaselli