Il 27 novembre 1758 muore “d’accidente apopletico” nella sua villa di San Giovanni a Cerreto, Francesco Bernardi, meglio noto come “il Senesino”, famosissimo cantante senese che nel corso della sua carriera si è distinto in tutti i più rinomati teatri d’Europa. Nato probabilmente nel 1686 da una famiglia di umili origini (è il secondo di tre figli di un barbiere che esercita in piazza del Campo), fin da piccolo viene notato da Giuseppe Fabbrini, maestro di cappella del duomo, per la sua voce soave e indirizzato verso lo studio della musica e del canto. Dei suoi due fratelli anche Giovanni (alcune fonti parlano di Giancarlo) è portato per il canto, ed entrambi, come in uso al tempo, per potenziare la voce e mantenerla “bianca” vengono evirati. Francesco, aiutato dalla nobiltà cittadina, in particolare da Gigli, si trasferisce a Roma insieme al fratello Giovanni, e da qui inizia una carriera folgorante che lo porta prima nei teatri di Palermo, Milano, Torino, Venezia, Firenze e poi a Londra e Parigi. Giovanni, intanto è rientrato a Siena e nel 1718 è tra i cantanti della Cappella della Cattedrale. La carriera di Francesco Bernardi decolla nel 1717, quando come primo sopranista a Dresda, alla corte di Sassonia, viene ascoltato da Georg Friedrich Händel, che rimane impressionato dalla sua voce e lo scrittura per interpretare la sua musica offrendogli uno stipendio altissimo. Il Senesino debutta a Londra nel 1720 ne “L’Astarto” al King’s Theatre di Haymarket. Il successo è enorme e vengono effettuate trenta repliche consecutive. Poi è un susseguirsi di trionfi impossibili da elencare, trionfi che proseguono, anche dopo il 1733 e la rottura con Hendel. Bernardi, tuttavia, torna spesso a Siena e si esibisce sempre con gioia per i suoi concittadini. Il Senesino lascia l’Inghilterra nel 1736 quando torna definitivamente in Italia; prosegue nelle esibizioni ma ormai la stagione dei castrati sta finendo ed è considerato antiquato, mentre nei palcoscenici si stanno affacciando con prepotenza le voci femminili. Francesco Bernardi si ritira e viene a vivere a Siena, tra il suo palazzo alla Lizza (oggi palazzo Avanzati Bernardi: al tempo famoso per il lusso con cui venne arredato come racconta il Pecci: “…l’ha fatto costruire e l’ha addobbato con mobilia di gran costo, sul gusto inglese…”. In effetti, il Senesino è stato il primo a portare a Siena dall’Inghilterra i mobili in stile “chippendale” di gran moda verso la metà del XVIII secolo. Possedeva, inoltre, una villa con diversi poderi a San Giovanni a Cerreto e altri poderi a Fungaia. Il Senesino, dopo aver rotto con tutti i componenti della sua famiglia (che riteneva opportunisti e legati a lui solo perché attratti dal suo denaro, sentendosi deriso per la sua condizione di evirato) muore solo in compagnia del suo servitore di colore, di un pappagallo e di una scimmietta e chiede di essere sepolto nella chiesa dell’Osservanza. Una personalità complessa e complessata, capricciosa ma solitaria, con una vita di gloria ma anche di frustrazione,che lo portano, alla fine della vita, verso un delirio quasi persecutorio (specie nei confronti dei parenti, come scrive il nipote in una lettera: “con ogni genere di persona, in tutto il mondo, ha contratto inimicizia”. Siena gli ha intitolato, nel 2006 grazie al FAI, il largo che si trova all’incrocio tra Camollia, Montanini e via Garibaldi.
di Maura Martellucci e Roberto Cresti