L’11 giugno 1608 muore a Roma Francesco Maria Tarugi. Nato a Montepulciano il 27 agosto 1525, da una nobile famiglia imparentata con vari pontefici, riceve, in ambiente di corte, una formazione letteraria e giuridica. Va a Roma come segretario del Cardinale Ranuccio Farnese e lì, in maniera fortuita conosce Filippo Neri, e sarà un incontro che gli cambierà la vita.
Nel 1565, alla morte del Cardinale Farnese, entra nell’Oratorio di Filippo Neri come laico, divenendone il discepolo prediletto, sceglie il sacerdozio e viene addirittura designato come successore di Filippo Neri alla guida della Congregazione Oratoriana (è attribuita a Tarugi anche la prima regola che traccia norme essenziali per la vita comunitaria). L’Oratorio, anche per intercessione di Tarugi e dell’altro importante seguace di Filippo Neri, Cesare Baronio, viene ritenuto e proclamato vera e propria congregazione nel 1575 da papa Gregorio XIII nel 1575, che dona agli oratoriani anche la chiesa di Santa Maria in Vallicella, mentre le costituzioni oratoriane vengono approvate da papa Paolo V nel 1612. Francesco Maria Tarugi compie numerose missioni sia per gli Oratoriani sia per la Santa Sede (diffonde la riforma tridentina in Spagna, in Francia, nelle Fiandre e in Germania), diviene Arcivescovo di Avignone (1592) e riceve la consacrazione episcopale, proprio nella chiesa di Santa Maria in Vallicella da papa Clemente VIII, nel concistoro del 5 giugno 1596.
E’ proprio papa Clemente VIII a nominarlo Arcivescovo di Siena il 15 settembre 1597. Con il suo forte ascendente e la sua personalità spiccata, Tarugi è un importante esponente dell’applicazione a Siena delle profonde innovazioni introdotte in materia religiosa dal Concilio di Trento: ad esempio la riorganizzazione delle parrocchie con strumenti di attento controllo della gestione diocesana, oppure l’introduzione della tenuta dei libri degli stati di anime nei quali si registra la vita religiosa dei parrocchiani. Nel gennaio del 1598, infatti, subito dopo il suo effettivo insediamento in città compie una visita parrocchiale visitando e constatando di persona lo stato delle parrocchie senesi: inizia da quella della sua residenza e termina con quella in di Santa Barbara, nella Fortezza medicea.
Un percorso che è, in questo momento anche un perfetto bilanciamento tra potere politico (siamo in anni delicati: di “trattative” con i Medici, e, attraverso di loro con l’Impero dopo la fine della Repubblica) e potete del papato. Alla ricerca di un equilibrio che Tarugi riesce a costruire da fine diplomatico e guardando anche alle necessità della sua diocesi. Nel 1599 le sue precarie condizioni di salute lo costrinsero a stabilirsi a Roma, da dove continuò a dirigere la diocesi senese, finché colpito da paralisi nel 1605 rinunciò alla Cattedra.
Maura Martellucci
Roberto Cresti