L’Accademia Musicale Chigiana si unisce al cordoglio di tutto il mondo della cultura e dello spettacolo per la scomparsa di Franco Zeffirelli, insigne autore e regista, indiscusso maestro di stile.
Il rapporto tra il grande artista e l’Accademia Chigiana risale addirittura a metà degli anni Quaranta, quando il maestro, allora giovanissimo, firmava le sue prime realizzazioni come scenografo e costumista per i saggi finali del corso di Scena lirica allora tenuto da Ines Alfani Tellini. In quella straordinaria palestra Zeffirelli realizzò i bozzetti per Livietta e Tracollo di Pergolesi nel 1946 e, un anno più tardi, del Medico per forza di Eva Riccioli Orecchia. Nel 1949 sarà la volta di due operine: La contadina astuta di Pergolesi e Betly di Donizetti.
Risale al 1947 anche l’esordio di Zeffirelli nella Settimana Musicale Senese, con una storica prima realizzazione scenica della Serenata a tre di Antonio Vivaldi. La leggendaria manifestazione senese lo vide nuovamente protagonista nel 1950 con la doppia rappresentazione del Giocatore di Giuseppe Maria Orlandini e La Zingara di Rinaldo da Capua. Nel 1952 Zeffirelli firmò le scene e i costumi per Le serve rivali di Tommaso Traetta. Infine, è del 1959 la sua regia per la suggestiva combinazione delle due opere La favola di Orfeo di Casella e Il giovedì grasso di Donizetti. In quell’occasione l’orchestra era diretta dal compianto Bruno Rigacci.
La presenza di Franco Zeffirelli all’Accademia Chigiana si completa con il documentario L’Accademia Musicale Chigiana del 1950, recentemente riscoperto e restaurato dalla Fondazione Cineteca Italiana. Il film è un raro cortometraggio finora sfuggito alle filmografie del maestro fiorentino, che vi giocava un ruolo di primo piano in quanto autore di scene e costumi, nonché protagonista di alcune brevi apparizioni. Tale documentario precede di ben sette anni l’esordio di Franco Zeffirelli dietro alla macchina da presa e si colloca negli anni del suo intenso apprendimento teatrale e cinematografico alla scuola di Luchino Visconti.
Particolarmente rilevante è stato il rapporto di filiale affetto tra il maestro e il conte Guido Chigi Saracini, al quale Zeffirelli dedicò una foto giovanile con queste parole: «Al grande esempio “morale” del conte Chigi con gratitudine e affetto».
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