Il 14 novembre 1895 Giuseppe Partini muore nella villa della Selva costruita presso l’Osservanza, villa di sua proprietà e da lui stesso costruita. Nato nel 1842 da una famiglia di umili origini, nella Contrada della Torre, inizia a lavorare come manuale ma riesce a frequentare il corso di Architettura presso l’Accademia di Belle Arti di Siena, diventando, sulla scia di Mussini, un apostolo del Purismo in architettura. Allievo di Alessandro Doveri, alla morte del suo maestro, avvenuta nel 1866, è investito di tutti gli incarichi da lui ricoperti: diviene professore di Architettura all’Accademia di Belle Arti, architetto dell’Opera del Duomo (il lavoro di restauro della Cattedrale senese lo impegnerà per tutta la vita) e dell’arciconfraternita di Misericordia (suo il progetto di ampliamento del cimitero monumentale). Fra le sue opere da ricordare la nuova piazza Salimbeni (i lavori cominciano nel 1878, utilizzando i materiali di recupero provenienti dalla demolizione della terrazza di Palazzo Spannocchi, e terminano intorno al 1880), l’Istituto Tommaso Pendola e l’istituto Santa Teresa, il restauro della basilica di San Francesco, alcuni fra i più significativi monumenti funebri al cimitero della Misericordia, il recupero del castello di Belcaro e l’adattamento di quello di Brolio. Colpito nella vita da forti dolori, come la perdita prematura dell’amata moglie Clementina, ha come punto fermo il legame con la Contrada della Torre per la quale progetta il restauro dell’oratorio di San Giacomo. Dall’archivio della Torre sappiamo che nel 1893 viene effettuata addirittura una sottoscrizione tra i contradaioli per finanziare i lavori. La Contrada della Torre, l’11 maggio 1924, dedica a Giuseppe Partini la Sala delle Vittorie.
di Maura Martellucci e Roberto Cresti