Cultura

Giuseppe Porri morì a Siena il 9 marzo 1885

Giuseppe Porri morì a Siena il 9 marzo 1885. Era nato il 22 maggio 1798 dall’editore Onorato originario della Brianza e da Anna Zunel di famiglia lorenese. Dopo aver frequentato il Seminario di San Giorgio, Giuseppe intraprese gli studi giuridici, abbandonati però nel 1824. Da allora si dedicò alla direzione dell’azienda familiare. Il padre, dopo aver impiantato a Siena una piccola industria di barometri e termometri, dal 1794 aveva iniziato un commercio di libri e dal 1805 avviato, con l’aiuto di Francesco Spannocchi e del padre olivetano Bernardo Rozio, l’attività di stampatore.

Dopo essersi dedicato soprattutto alla pubblicazione di libri connessi allo studio della lingua greca, aveva ben presto esteso la propria attività con l’acquisto di torchi e altri macchinari appartenuti alla tipografia Pazzini Carli, la principale stamperia senese del Settecento fallita nel 1807. Parallelamente al lavoro editoriale Onorato Porri e poi Giuseppe incrementarono il commercio sia di libri nuovi che antichi, così che il loro negozio divenne un punto di riferimento per la vita intellettuale della città. Di simpatie liberali, Giuseppe Porri fu legato da stretta amicizia con Celso Marzucchi, Policarpo Bandini e Pietro Capei, assieme ai quali ebbe contatti con giuristi di cultura tardo illuminista, come Giovanni Valeri e Sebastiano Pini, e soprattutto con Giovanni Domenico Romagnosi. La frequentazione dei giovani mazziniani senesi, fra cui il Marzucchi, vide coinvolto il Porri in una posizione di primo piano nell’organizzazione di una società segreta detta “I fratelli di Bruto”, smantellata dalla polizia granducale nel 1833; tale partecipazione portò al suo arresto e alla detenzione per alcuni mesi nella fortezza vecchia di Livorno, senza però che si giungesse ad una condanna vista la mancanza di prove evidenti contro di lui.
Dopo tale esperienza Giuseppe Porri riprese la propria attività di editore-librai e assai modernamente, concepì il proprio lavoro in chiave imprenditoriale, elemento che gli consentì di trascrivere e pubblicare cronache e documenti medievali senesi, intrattenere una fruttuosa collaborazione con l’“Archivio storico italiano”, grazie all’amicizia con l’editore svizzero Giovampietro Vieusseux, e trasformare il suo negozio all’Arco dei Pontani in un punto di riferimento non solo degli intellettuali e imprenditori più in vista della città, ma anche di tantissimi letterati e artisti stranieri di passaggio da Siena. Soltanto dopo la svolta unitaria tornò in politica e accettò un incarico pubblico, venendo eletto consigliere comunale dal 1859 al 1862. Nel 1868 l’azienda Porri chiuse i battenti, avendo stampato in circa un sessantennio di attività quasi 400 edizioni pubblicate.. A ricordo del suo prezioso lavoro di editore nel 1981 gli è stato intestato un viale nella zona industriale di Isola d’Arbia.

di Maura Martellucci di Roberto Cresti

Francesco Laezza

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