Intervista all’attore e regista Giovanni Guidelli, che stasera a Casole d’Elsa sarà il protagonista dello spettacolo “Guarda che Luna!”
Sarà un vero e proprio viaggio nel passato lo spettacolo “Guarda che Luna!”. L’attore e regista Giovanni Guidelli lo porterà in scena stasera all’Anfiteatro di Casole d’Elsa (ore 21.30). Con lui ci saranno gli attori della compagnia AVATAR.
Al centro delle vicende rappresentate, ci sarà quel 20 luglio 1969 ricordato da tutti per lo sbarco sulla Luna, un momento indimenticabile per chi l’ha vissuto.
Giovanni Guidelli, com’è strutturato “Guarda che Luna!”?
«È sì un omaggio ai 50 anni dallo sbarco sulla Luna, ma soprattutto alla Toscana e alla toscanità. Nello spettacolo vediamo la vicenda dell’allunaggio attraverso gli occhi di una comunità di un piccolo paese. Il terzo omaggio, quello finale, è al varietà italiano, che ha dato tanto lustro alla nostra televisione. Quegli anni lì erano quelli di “Canzonissima” e di altre grandi trasmissioni televisive, non solo, erano i tempi anche di grandi personaggi di spettacolo come Walter Chiari, Nino Manfredi, Delia Scala. C’era una certa ingenuità e voglia di buoni sentimenti, in un’Italia piena di speranze.
Dietro a noi attori ci sarà un’installazione dove campeggerà una Luna gigante. Questa sarà illuminata da 150 fotografie che rappresentano momenti particolari della nostra storia. Entreremo in una macchina del tempo, grazie anche a molti contributi audio.
Per costruire lo spettacolo, ha usato i suoi ricordi diretti o, vista l’età che aveva al momento dell’allunaggio, ricordi riportati da altri?
«Il mio è stato più che altro un lavoro di ricerca certosino. Ci sono certo ricordi riportati da parenti più grandi, ma soprattutto ci sono quelli della comunità. Prima dello spettacolo proietteremo tredici brevi testimonianze di persone che raccontano il momento in cui hanno visto l’allunaggio. Sono eventi che si ricordano facilmente».
Emilio Mariotti