Domani, nei locali del Circolo “Il Leone” alle 18.30, Gigi Lusini presenterà il libro fotografico “aspettando i barbari” di Augusto Mattioli.
Nella sua lunga, duplice carriera di giornalista e fotografo Augusto Mattioli ha catturato belle immagine di personaggi famosi che sono arrivati nella nostra città. Ecco quindi il volume che raccoglie, come ricorda l’Agenzia Giornalistica Italiana, “oltre cento immagini, molte delle quali inedite, di sessantacinque personalità nazionali e internazionali che hanno visitato Siena nell’arco di una quarantina di anni” Si va dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all’ex Capo dello Stato, Sandro Pertini, e a Nilde Jotti la cui immagine campeggia in copertina. Non mancano altri interpreti più o meno recenti dell’agone politico quali Amintore Fanfani, Bettino Craxi, Enrico Berlinguer, Giuliano Amato, Umberto Bossi. Presenti anche alcuni big della musica come Renzo Arbore, Fabrizio De André, Francesco Guccini, Miriam Makeba e Lucio Dalla. Beppe Grillo e’ stato fotografato nella doppia veste di artista e politico. Ecco poi gli sportivi, come Marcello Lippi, Antonio Conte e Pietro Mennea, i leader stranieri, come il generale nord vietamita Vo Nguyen Giap, il primo ministro inglese Tony Blair e famiglia, l’imperatore del Giappone, scrittori e poeti come Umberto Eco, Mario Luzi e Dacia Maraini. E ancora Papa Wojtyla, il maestro Uto Ughi, Alberto Sordi e il rabbino Elio Toaff.
Luigi Oliveto scrittore e giornalista, senese, nella prefazione spiega anche le ragioni del titolo: “Sfilano i personaggi e con loro gli ultimi decenni del Novecento. Quel secolo detto ‘breve’ anche per come, nel suo epilogo, tutto sia precipitato dal cambiamento alla crisi verso un nuovo a tutt’oggi difficile da decriptare. Scriveva Costantin Kavafis poeta e giornalista greco (1863 1933): ‘Che aspettiamo, raccolti nella piazza? Oggi arrivano i barbari’. Ebbene, quando i ‘barbari’ arrivavano Augusto c’era sempre, tenace e disincantato, a riprendere la scena. Si piazzava in qualche ritaglio di pietra serena e da lì, a modo suo, zoomava sul mondo. Una maniera per mettere in contatto il ‘piccolo e’ bello’ – di cui quella stessa pietra era garante – con ‘il grande’, ugualmente bello e indispensabile qualora si voglia intendere il nesso universale delle cose”.
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