Dieci musei coinvolti, sessanta incontri previsti, settecentoventi partecipanti – tutti ultrasettantenni, trenta educatori museali e professionisti coinvolti nelle attività, quindici associazioni di anziani coinvolte.
Sono i numeri del progetto di welfare culturale “La cultura non invecchia” di FMS, che mira a ripensare i musei senesi come luoghi per la promozione del benessere, in questo caso della popolazione anziana con attività stimolanti dal punto di vista cognitivo e sociale.
Il progetto – avviato già da alcune settimane – si sviluppa in 10 musei della provincia di Siena su un arco temporale di 16 mesi, in cui gruppi di persone over 70 partecipano ad un percorso di laboratori e attività progettati ad hoc, organizzati e gestiti dagli operatori museali esperti e formati appositamente. Le esperienze museali e i laboratori prendono spunto dal patrimonio conservato nei musei senesi e dalle memorie ad essi correlati: i musei diventano, dunque, un mezzo per partecipare alla cultura ed esprimere cultura.
Non solo. Grazie alle attività diffuse sul territorio, il valore di tali pratiche di social prescription viene ulteriormente conosciuto e riconosciuto dalla comunità museale, dalle associazioni e dalle istituzioni, lasciando così una importante eredità in termini di know-how e di relazioni e formando un avanzato e innovativo “ecosistema culturale”, cioè una rete di relazioni stabili in grado di arricchire l’offerta culturale.
Per questo motivo, il progetto “La cultura non invecchia” è risultato tra i vincitori del bando “Ecosistemi culturali” finanziato dalla Fondazione CDP con l’obiettivo di valorizzare e promuovere il patrimonio culturale dei territori a minore densità abitativa. La sua realizzazione è resa possibile grazie al coinvolgimento dell’Auser territoriale di Siena, con tutte le varie sezioni della provincia, e le associazioni La lunga gioventù e Centro Socioculturale “Antonio Conti”. Il progetto è, inoltre, l’occasione per avviare una nuova partnership con Autolinee Toscane: sono proprio i mezzi di “at”, infatti, a occuparsi del trasporto dei gruppi che partecipano ai laboratori in tutto il territorio senese, in un’ottica di valorizzazione della mobilità condivisa e sostenibile.
«La cultura non invecchia è un progetto a cui teniamo molto – afferma Carolina Taddei, coordinatrice di FMS – perché, favorendo la socializzazione, la relazione e il confronto è capace di promuovere il benessere delle persone over 70; i musei assumono così un ruolo centrale come cardine della comunità e luoghi di incontro. I nostri musei hanno risposto con grande entusiasmo e così le associazioni coinvolte. Siamo fieri che questo progetto abbia intercettato il finanziamento di Fondazione CDP e lo siamo altrettanto perché è stata l’occasione per iniziare la mobility partnership con Autolinee Toscane per un impegno comune nella sostenibilità. FMS si conferma, dunque, come collettore tra le energie del territorio a favore delle comunità».
«Siamo lieti di poter collaborare con la Fondazione Musei Senesi – aggiunge Filippo Giustarini, responsabile servizio sede operativa di Siena di at – per lo sviluppo di questo progetto che sposa tematiche molto care anche a noi di Autolinee Toscane. Mobilità pubblica, sostenibilità, territorio e cultura, sono temi che ci stanno molto a cuore: siamo per questo onorati di essere il mezzo attraverso cui i partecipanti potranno muoversi e contribuire al loro benessere».
«La collaborazione tra FMS e Auser per l’ideazione e lo sviluppo di questo progetto – afferma Anna Maria Guiducci, presidente dell’Auser territoriale di Siena – si conferma come una carta vincente nella concezione dell’invecchiamento attivo. Il concetto del museo come luogo predisposto a questa funzione afferma la necessità di uno sviluppo culturale che sempre più privilegia una conoscenza delle articolate raccolte museali della Fondazione Musei Senesi, eterogenee e particolarmente adatte a stimolare la ricerca di conoscenza che sembra emergere, con sempre maggiore necessità, per questa fascia della popolazione, sottraendola al rischio di solitudine, mancanza di interessi e incrementando vivacità di pensiero e voglia di conoscere. Fin dai primi laboratori, l’entusiasmo dei partecipanti ci conferma che questa è la strada giusta: tutti loro hanno soddisfatto, oltre alla voglia di approfondire il contatto e una modalità per loro inedita con le vari e realtà museali, il desiderio di approccio diverso alla lettura delle collezioni gestita all’interno di una divulgazione corretta, sul piano dei contenuti e della fruizione».
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