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Idilio Dell’Era e l’amore per Siena

L’11 novembre 1904 nasce a Chiusi il poeta e scrittore don Martino Ceccuzzi, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Idilio Dell’Era. Figlio di un ferroviere, da giovane vive a Firenze e in Maremma, ma seguendo la sua vocazione per il sacerdozio, si iscrive prima al seminario di Grosseto e, successivamente, a quello di Siena. Ha inizio così il suo amore per la nostra città, amore che durò per tutta la sua vita. Presi i voti, è parroco di alcune località della Maremma, come Ravi, Istia di Ombrone e, dal 1932 alla fine della guerra, a Casal di Pari, dove accusato di aiutare i partigiani, nel 1944 finisce anche davanti al plotone di esecuzione da cui si salva miracolosamente. Si stabilisce poi a Lecceto e insegna a Siena in molte scuole superiori. Sua compagna costante, oltre alla fede, è stata la poesia, e tra il 1929 e il 1983 dà alle stampe quaranta pubblicazioni tra poesia, narrativa e saggistica, nelle quali traspaiono i suoi grandi amori: la fede, la poesia e il legame con la sua terra e con Siena. Entrato da giovane in contatto con Carlo Betocchi e Giovanni Papini, collabora anche con importanti testate quali “L’Osservatore Romano” e “Avvenire” e viene introdotto da Piero Bargellini nel gruppo di intellettuali formatosi intorno alla rivista cattolica “il Frontespizio”, di cui fa parte anche Mario Luzi. Si ricordano fra le più famose opere in prosa “La mia toscana”, “Leggende toscane”, “Il pianto delle torri”; fra le raccolte di poesia “La raccolta del povero”, “Pietà degli anni sterili”, “Polifonie di una notte deserta”. Per i suoi scritti riceve numerosi premi letterari. Si devono ad Idilio Dell’Era le parole che fanno moltiplicare i battiti dei nostri cuori: i versi della Marcia del Palio musicata dal maestro Pietro Formichi. Sue sono le parole “Squilli la fe’”, così come molti sonetti scritti per le Contrade. Molto ha scritto su Siena e Siena ha molto amato don Martino Ceccuzzi che gli ha tributato, nel 1986, il Mangia d’argento, conferito dall’allora Sindaco Mazzoni della Stella. Negli anni ’80 ha inizio anche la sua inesorabile malattia che lo porta alla morte il 18 giugno 1988. Secondo le sue volontà è sepolto nel cimitero della Misericordia di Siena.

di Maura Martellucci e Roberto Cresti

Tilde Randazzo

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