C’è il tratto delicato e sincero nella ricostruzione – immagini originali e interessanti parole – che lo psichiatra Costante Vasconetto fa dei bambini “matti” che hanno vissuto un tempo all’ospedale psichiatrico San Niccolò. Vasconetto, che ha dedicato al propria vita alla professione e ai “matti” di Siena, presenterà domani 20 aprile all’Orto de’ Pecci il suo libro “Idioti e imbecilli. Bambini in manicomio a Siena… a partire dal 1880”.
Proseguono così gli appuntamenti – questo è davvero interessante – del ricco cartellone di iniziative per la Memoria dei 200 anni del San Niccolò, promosso dall’assessorato alla Cultura del Comune, Università di Siena, e Azienda USL Toscana Sud Est.
Come ricorda l’autore l’Ospedale psichiatrico S. Niccolò fu fondato nel 1818, ma i bambini “matti” vi sono stati rinchiusi a partire dal 1880.
Foto d’epoca, in alcuni casi un po’ sbiadite, ma non per questo meno cariche di senso e significazione, che hanno bloccato istanti di vita. Reso immortali momenti tratti da percorsi formativi e pedagogici. La fotografia come testimone di verità, per raccontare realtà terribili: bambini abbandonati in questi luoghi solo perché nati, in grande prevalenza, da mamme non sposate, oppure non in grado di mantenerli. Storie strazianti, dove bimbi e adolescenti si trovavano a scontare, molto spesso, “debiti” scritti su aberranti codici morali, che condannavano, a priori, quello che non rientrava in una normalità dettata da quel contesto temporale e, cosa ancor più grave, senza nessun discernimento scientifico.
Realtà lontane dall’oggi, ma capaci di stimolare riflessioni per non commettere e ripercorrere errori che la nostra contemporaneità può, purtroppo, ripetere nel confrontarsi con il “diverso”. Per questo Costante Vasconetto vuole portare il suo lavoro all’interno di plessi scolastici, così che gli studenti, a partire dalle scuole medie, possano avere la possibilità di un raffronto con problematiche e situazioni che, solo apparentemente, sono lontane dal loro vivere quotidiano.
“Il Manicomio, o Ospedale Psichiatrico di S. Niccolò, fu fondato a Siena nel 1818 – racconta Vasconetto – . In realtà si trattava di un antico palazzo, un monastero, costruito molti secoli prima. All’origine infatti era un Convento per Monache di Clausura, abituate a vivere quasi sempre da sole, isolate. Ciascuna chiusa dentro la sua piccola cella, quasi imprigionata, a pregare. Da allora, cioè duecento anni fa, al posto delle “suore” dentro le celle vennero rinchiusi i “matti”. I matti sono una strana categoria di persone, difficili da definire. Che hanno poi, proprio per questo, tanti nomi diversi. Si possono chiamare anche MENTECATTI (mente captus, che in latino vuol dire “privo di senno”). Ma si usa anche la parola FOLLE, PAZZO, MANIACO, ALIENATO MENTALE, DEMENTE, LUNATICO; e poi anche “strullo”, “deficiente”, “sciroccato”, “balordo”, “imbecille”, “sciabordito”, “scapestrato”, “sconclusionato”, ecc., ecc..
I bambini “matti” sono stati rinchiusi in Manicomio a Siena per la prima volta nel 1880. Erano piccoli frenastenici, come si diceva allora, maschi, ai quali si poteva dare almeno un rifugio, forse un nido, o soltanto una tana, e poco più. Ma nel 1911 viene inaugurato a Siena l’Istituto D’Ormea. Il primo del genere in Italia, con gestione del tutto autonoma rispetto all’Ospedale Psichiatrico degli adulti. Fu un notevole passo avanti nella “cura” dei minori con difficoltà e disagi comportamentali. Non erano più abbandonati a loro stessi, soli in locali squallidi tutto il giorno. Ma ci furono medici, infermieri, e insegnanti a “prendersi cura” di loro. Ad aiutare veramente bambine e bambini disagiati. C’erano la scuola e i laboratori : per imparare a leggere, scrivere e far di conto e, se possibile, un mestiere.
I risultati ? Quasi la metà vennero dimessi dall’Istituto guariti o migliorati. Degli altri una parte fu trasferita ad altri istituti per competenza territoriale, una parte passò al Manicomio vero e proprio. Ma di questi, quasi tutti furono poi dimessi e rimandati a casa. Per i minorenni “psichicamente anormali” alla fine dell’ottocento e per tutto il novecento, non vi erano “cure” specifiche e risolutive.
E Siena, in quegli anni, faceva per i bambini “disturbati” quello che, al giorno d’oggi, non viene ancora fatto in quasi tutti i paesi del mondo..”.
All’incontro, aperto al pubblico, insieme all’autore l’attrice Paola Lambardi che leggerà alcuni brani tratti dalla pubblicazione. A seguire, cena su prenotazione, contattando il 328 9683976, al Ristorante della Cooperativa La Proposta all’Orto de’ Pecci.
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