Il 20 giugno 1665 viene eseguita la prima fusione della nuova “campana grossa” della Torre del Mangia. L’intervento di sostituzione della campana che stava sulla Torre dal 1348 si era reso indispensabile perché già da molto tempo i senesi si lamentavano che il suo suono era diventato tanto “sgradevole e noioso” da meritarsi il soprannome di “campanaccio”.
Già nel 1663 la Balia aveva deliberato la fusione di una nuova campana dando l’incarico a maestro Antonio da Novara. Questa, però, si guastò solo dopo un anno dalla posa sulla Torre e nel 1664, dopo anni di silenzio, si decise finalmente di fonderne una nuova.
Si dice che vennero cercati i campanari più bravi d’Italia e l’incarico venne commissionato a Giovanni Santoni da Fano e Giovan Battista Salvini, senese, anche se lavorava a Cagli. Per contratto avrebbero dovuto realizzare una campana di quasi 20 mila libbre (6 tonnellate), che avrebbe dovuto suonare per almeno tre anni e ai maestri sarebbe stato corrisposto un compenso di 250 ducati.
La fornace venne allestita presso il convento di San Francesco e per ottenere il metallo occorrente venne fusa la vecchia campana della Torre, alcune campane di Vignano, Campagnano e Seggiano, oltre a pezzi di artiglieria difettosi presi in Fortezza. Questa prima colata, però, non funzionò dal momento che il metallo fuoriuscì dalla forma per cui si dovette iniziare nuovamente tutto da capo e aspettare il 17 settembre giorno in cui il Campanone venne formato.
di Maura Martellucci e Roberto Cresti