Il 22 maggio 1895 nasce, a Vescovado di Murlo, Dario Neri. Dopo aver iniziato gli studi tecnici in ingegneria li abbandona per dedicarsi all’arte e a Firenze frequenta la scuola di pittura di Giuseppe Rossi. Nel 1914, dopo aver superato all’Accademia di Belle Arti, da privatista, l’esame per l’abilitazione all’insegnamento del disegno nelle scuole tecniche e normali, si arruola nel genio telegrafisti, rimanendo per cinque anni nell’esercito. Subito dopo la prima guerra mondiale, conosce a Bologna Adolfo De Carolis, impegnato con i suoi collaboratori (tra cui Dante De Carolis, Ferruccio Pasqui, anch’egli senese, e i fratelli Diego e Fulberto Pettinelli) nella realizzazione degli affreschi del salone del palazzo del Podestà. L’apprendistato presso De Carolis rappresenta una svolta radicale nel suo percorso, non soltanto perché gli permette di accostarsi alla pittura murale e alla xilografia, ma anche perché ne condivide appieno gli ideali artistici di William Morris, secondo i quali non esisteva settore nelle attività produttive che non richiedesse la presenza e l’impegno dell’artista, dalle arti applicate alla grafica editoriale, dalla decorazione parietale alla progettazione d’arredi. Tornato a Siena, negli anni Venti, si dedica all’attività artistica e più ancora della pittura, che già rivelava la predilezione per il paesaggio delle Crete e per la vita dei campi, si dedica soprattutto all’incisione e alla grafica applicata all’editoria.
Collabora con la “Rassegna d’arte senese” (1921), promuove con Piero Misciattelli e Aldo Lusini la fondazione del trimestrale “La Diana” (1926), di cui elabora la raffinata veste grafica, oltre che tutte le xilografie apparse nei primi quattro numeri. Tra le xilografie realizzate in questo periodo ci sono le illustrazioni per le opere di Ezio Felici, la cartella con i “Castelli piacentini” e il manifesto per il Palio di Siena del 2 luglio 1928, divenuto poi l’avviso ufficiale della corsa affisso dal Comune di Siena. Nel 1929 sposa Matilde Sclavo, figlia di Achille Sclavo, e alla morte del suocero viene nominato procuratore dell’Istituto Sieroterapico e Vaccinogeno Toscano Sclavo. Per un decennio, a partire dal 1935, ristruttura e riorganizza le attività industriali dell’Istituto che, sotto la sua guida, si espande e diviene una della principali aziende italiane del settore. Non mancano incarichi pubblici di grande prestigio: è Commissario prefettizio al Comune di Murlo fra il 1938 e il 1941; direttore dell’Istituto d’Arte di Siena fra il 1939 e il 1943; membro della Consulta Municipale per le Belle Arti; Presidente della Commissione Provinciale per la Tutela del Paesaggio; membro della Deputazione Amministratrice del Monte dei Paschi a partire dal 1951. Prosegue di pari passo la sua vita artistica ed è costante la presenza di sue opere in esposizioni e rassegne: partecipa più volte alla Biennale di Venezia e alla Quadriennale di Roma.
Nel 1944 Dario Neri cede la direzione dell’Istituto Sclavo, che ormai aveva raggiunto sviluppo e solidità, per dedicarsi all’attività editoriale. Con una commistione perfetta tra mentalità imprenditrice e artistica, rileva la proprietà della casa editrice fiorentina Electa, indirizzata, dopo le prime esperienze giuridiche, verso la pubblicazione di raffinati testi d’arte. Affiancato da Paola Moroni Fumagalli, vedova dell’amico incisore Antonello Moroni, e dal pittore e restauratore Giannino Marchig, grazie alle oculate scelte editoriali, alla cura e al gusto raffinato della veste grafica, all’attenzione estrema alla qualità delle immagini, nel giro di pochi anni Electa conquista una solida posizione nel mercato internazionale intessendo una rete di rapporti e frequentazioni, fra cui spiccano la duratura amicizia di Neri con Enzo Carli, con Bernard Berenson (di cui divenne unico editore in Italia) e con Carlo Emilio Gadda, che aveva collaborato con la casa editrice per alcune traduzioni.
Dario Neri è autore, insieme a Giovanni Cecchini, de “Il Palio di Siena”, uscito proprio per Electa nel 1958, su commissione del Monte dei Paschi, opera ancora oggi letta con interesse per la commistione di erudizione e passione paliesca. Ma Siena e il Palio sono una costante per Neri che dipinge alcuni drappelloni, disegna le monture per i rinnovi dell’Onda, della Chiocciola, della Pantera (questi ultimi non realizzati), per il rinnovo del corteo del 1928 e nuovamente per l’Onda nel 1955. La sua Onda. Contradaiolo di fede profonda, è stato Capitano vittorioso il 2 luglio 1950 con Giuseppe Gentili detto Ciancone e Gioia. Ricoprirà tale prestigiosa carica dal 1937 al 1952. A Dario Neri viene conferito il Mangia d’oro nel 1954. Muore improvvisamente a Milano nel 1958. Il 21 maggio 2013 alla memoria di Dario Neri e del padre Paolo sono stati conferiti l’attestato e la medaglia di Giusti fra le Nazioni per aver nascosto e salvato per sei mesi, nel 1944, a Campriano, la famiglia ebrea di Arturo Cabibbe.