Il 22 ottobre 1978 fu il giorno dell’insediamento di Karol Wojtyla, eletto Papa il 16 ottobre col nome di Giovanni Paolo II. Rimarrà sempre nella memoria il momento in cui in piazza San Pietro pronunciò la famosa omelia “Spalancate le porte a Cristo”. Fu così che cambiò il corso della storia, considerando che in qualche modo mise la Chiesa in prima linea per far crollare la cortina di incomunicabilità – politica, culturale, militari – tra tra Paesi occidentali e orientali.
Oggi, nel giorno della memoria liturgica di San Giovanni Paolo II Papa di Roma, instancabile annunciatore del Vangelo e per due volte pellegrino nella Chiesa senese (14 settembre 1980 e 30 marzo 1996), lo ricordiamo con una parte dell’omelia che pronunciò durante la Messa in Piazza del Campo il 30 marzo 1996. Perché proprio oggi arriva la proposta di proclamarlo a co-patrono d’Europa, insieme anche a Santa Caterina da Siena. Fu lui a proclamare la nostra Santa, a lui molto cara proprio come la nostra città.
“Siena, non hai forse bisogno di ritrovare anche oggi, per intercessione della tua grande Santa, quel supplemento d’anima che ti consenta di vivificare le tue antiche tradizioni religiose?
Migliaia di persone giungono ogni anno qui per studiare, lavorare, o solo per ammirare la bellezza di questa Città. Viene da domandarsi: vi ritrovano l’impronta lasciata da santa Caterina, da san Bernardino e dai numerosi altri santi e beati di questa terra? Assaporano quell’ottimismo cristiano che la Santa senese non abbandonò mai, pur in mezzo a gravi e persistenti difficoltà?
Carissimi Fratelli e Sorelle, santa Caterina sprona tutti a ricercare una profonda unione con Dio, a lavorare instancabilmente per l’unità della Chiesa e per la pace nel mondo, ad operare con coraggio al servizio della nuova evangelizzazione”.
E appena arrivato a Siena, nel 1980, usò parole altrettanto meravigliose rivolgendosi alle autorità e ai cittadini:”…..È con la più viva emozione che da questa mirabile Piazza del Campo, nota al mondo intero come il cuore di Siena, rivolgo il mio saluto fervidissimo e sincero a voi, abitanti tutti di questa prestigiosa ed illustre città, attraversata nei secoli da un profondo afflato di fede religiosa, da frementi vibrazioni di libertà, da una singolare passione per l’arte e per ogni affermazione degna del nome di civiltà. Accanto al Palazzo Pubblico, massima espressione di quell’eleganza architettonica giustamente tutta senese, e contrassegnato con evidenza dal monogramma bernardiniano; all’ombra della Torre del Mangia, scolta e simbolo dell’autonomia civica; vicino alla Cappella della Vergine Santissima, pubblico e perdurante attestato di consegna delle sorti del libero Comune al Patrocinio della Madre di Dio, esprimo a voi Senesi la profonda gioia di questo incontro ed affido al Cielo, soprattutto mediante la Liturgia Eucaristica che inizierà tra brevi momenti, i miei voti e le mie speranze per il felice avvenire di questa vostra amata città, per la prosperità e la pace delle vostre famiglie, per la letizia interiore dei vostri cuori.
È stata sufficiente la suggestiva veduta aerea delle vostre dimore, cariche del rispetto e della dignità dei secoli; è bastata la visione evocativa delle vostre mura che accolgono, quale prezioso scrigno, inestimabili bellezze, a ragione di quanto l’uomo, nella cerchia di esse, ha saputo esprimere di puro, di santo e di bello; è bastato il breve tragitto dalla storica Porta Camollia fino a questa Piazza, attraverso strade che ad ogni angolo riserbano scorci di universale armonia e di suadente, intramontabile eleganza, perché avvinto da tale arcana atmosfera, entrassi in profonda sintonia col vostro passato, e mi mettessi all’unisono con i vostri problemi di oggi, e le prospettive di domani, in una parola perché vibrassi con voi e sentissi di amarvi profondamente, annoverandomi anch’io – se me lo consentite – tra i cittadini di Siena (…)“.
K.V.