Il 30 marzo 1856 muore a Siena Matilde Manzoni. Ultima dei nove figli del celebre letterato Matilde perde la madre a soli tre anni e, gracile fin dalla nascita, viene allevata dalle sorelle. Arriva nella nostra città nel 1852 con la sorella Vittoria e il cognato Giovanni Battista Giorgini (conosciuto da tutti come Bista) che insegna nell’Università senese. I Giorgini con Matilde vanno a vivere prima in Sant’Eugenia e, in seguito, a La Lizza dove Matilde morirà di tisi a ventisei anni. La storia di Matilde è davvero triste: adora il padre che la ignora praticamente per tutta la vita. Il padre, geniale scrittore, come genitore, stando anche ai diari che ci hanno lasciato sia Matilde che Vittoria Manzoni, era freddo e distante troppo preso se stesso e dai suoi scritti per occuparsi della famiglia. In tutto il soggiorno senese delle figlie viene a trovarle (dopo molte suppliche) solo una volta tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre del 1852. Alessandro Manzoni non rivedrà più viva la figlia minore e la stessa Matilde allettata ormai da mesi ( il peggioramento, infatti, era sopraggiunto il giorno dell’Epifania del 1856) prima di morire scrive, sgomenta nel suo “Journal” con parole pesanti come macigni: “… mi è troppo doloroso di dover vivere così straniera affatto per una parte del mio sangue”.
Il grande scrittore si occuperà, solo dopo la scomparsa della figlia, di farla tumulare nel corridoio del chiostro conventuale dei Servi di Maria e, secondo una consolidata tradizione, lui stesso avrebbe dettato l’epigrafe mortuaria sulla tomba (ancora, forse, mettendo più in luce se stesso che la giovane scomparsa): “Matilde figlia di Alessandro Manzoni. Qui riposa spenta da lento morbo il XXX marzo MDCCCLVI. Nell’ultimo anno del quinto lustro lasciava desiderio di sé per una vita bella di tutte virtù che sublimano il sesso. Il padre i fratelli e la sorella Vittoria moglie a Gio Battista Giorgini la raccomandano alle preghiere dei pietosi senesi”.
di Maura Martellucci e Roberto Cresti