Il 4 aprile 1780 il granduca Pietro Leopoldo emette un “motu proprio” che riforma l’Università: tutte le cattedre dell’Ateneo senese vengono concentrate in tre unità superiori, per un totale di 18 insegnamenti: il Collegio Legale, il Collegio Filosofico-medico e il Collegio Teologico; previsti anche un maestro di scrittura ed uno di disegno. Inoltre, si impedisce ai professori di chiedere aumenti rispetto alle provvigioni già determinate, con l’eccezione di ricompensare i docenti che brillano per la loro attività. Possibilità, questa, di cui approfitterà Paolo Mascagni, al quale verrà concesso tale riconoscimento.
Con il decreto vennero soppresse ben 14 cattedre, ponendo lo Studio senese in posizione di inferiorità rispetto a quello pisano; per questo le reazioni in città non furono tenere: taluni bollarono il provvedimento leopoldino come “un funerale” per l’Università. Il primo provveditore della “Regia Università di Siena” fu Guido Savini, docente di Istituzioni di diritto civile, che rimase in carica dal 1777 al 1797.
di Maura Martellucci e ROberto Cresti