Il 7 aprile 1616 i Regolatori del Comune condannano “l’abuso introdotto universalmente nella città di Siena di buttare et ritenersi nelle strade et luoghi della città immonditie”. La legge stabiliva che nel termine perentorio di due giorni dovevano essere tolti terra, fango, detriti, letame “da strade, case, buttighe, magazzini, canaloni, siti, piazze e vicoli”.
Per ricordare tale disposizione nei mesi successivi vennero poste in città varie epigrafi che ammonivano i cittadini a rispettarla. Le troviamo, ad esempio, in Camollia, in Diacceto, nel vicolo di Provenzano. Lo sforzo degli amministratori in quegli anni, comunque, tendeva a liberare la città dal costume diffuso di scaricare ovunque calcinacci, detriti e spazzatura di vario genere. La disposizione puniva in misura maggiore il padrone mandante dell’operazione di scarico abusivo piuttosto che l’esecutore materiale, che spesso non era in grado nè di rifiutare l’ordine, nè di pagare la multa.
di Maura Martellucci e Roberto Cresti
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