Cultura

Il dolce della storia con la “Divina Bellezza – Dreaming Siena”

Prima della “Divina Bellezza – Dreaming Siena”, che si concluderà venerdì 30 settembre, c’è una degustazione di prodotti tipici di qualità.

Una magia per gli occhi e per il palato. Ebbene sì, “Divina Bellezza- Dreaming Siena” è l’occasione giusta anche per degustare alcuni dei prodotti tipici più buoni del territorio. Ogni sera, prima della proiezione del video promosso dall’Opera della Metropolitana di Siena e dal Comune di Siena, prodotto da Civita-Opera e realizzato da Unità C1 in collaborazione con Moviement HD, c’è una degustazione, proposta dalla Fiore, di ricciarelli, panforte, panpepato, copate e cantucci. Questi dolci prelibati, accompagnati da un bicchiere di vin santo o di vino rosso del Chianti, sono il perfetto aperitivo per avvicinarsi alla “Divina Bellezza”. Perché Siena ha una cultura gastronomica talmente importante che è impossibile non considerare quest’ultima quando ci si approccia alla storia della città. I prodotti tipici sono “figli” degli incontri, delle persone, delle spezie che sono passati sulle “lastre” o vi sono stati portati.

Con il loro impasto che ricorda quello del marzapane, i ricciarelli sono tipici del Natale. Secondo la leggenda fu il cavaliere Ricciardetto Della Gherardesca a introdurre questi dolci, al ritorno dalle crociate, nel suo castello vicino a Volterra. I secoli passano, ma i ricciarelli non mancano mai sulla tavola senese: un sapore unico, a base di mandorle, zucchero e albume d’uovo.

Da secoli a Siena si mangia il panforte, realizzato per la prima volta nel medioevo da una monaca che preparò una sorta di focaccia impastando miele, farina, frutta candita, secca e molte spezie. In principio, si racconta, era il “pan mielato”: agli ingredienti originali, sarebbe poi stata aggiunta la frutta che avrebbe fatto ammuffire il dolce, facendolo diventare acido. Nacque così il “panforte”, dove il latinismo “fortis” ha proprio il significato di acido. Al 1879 risale il “Panforte Margherita”, creato in occasione della visita in città della regina Margherita di Savoia.

Il panpepato, invece, sembrerebbe essere un “antenato” del panforte. Il nome deriva dall’utilizzo nella ricetta di un cucchiaino di pepe nero macinato, che conferisce al dolce un sapore irresistibile. Le cronache riportano che già nel 1206 le monache del Monastero di Montecelso, nei pressi di Fontebecci, ricevevano, come tributo dai coloni censuari del Convento “panes piperatos et melatos”, ovvero pani insaporiti di pepe e miele. Sembra addirittura che questo dolce ebbe un ruolo fondamentale nella battaglia di Montaperti del 1260: i fiorentini, stremati per il lungo viaggio, si sarebbero rifocillati con viveri scarsi di calorie, mentre i soldati senesi avrebbero mangiato il panpepato, facile da trasportare e ricco di valori energetici, un dolce che avrebbe loro trasmesso il vigore necessario per sconfiggere i nemici, pur numericamente superiori.

Le copate sono una specialità tutta senese, ma sembra che la ricetta originaria derivi dalla cucina araba. La parola “copata”, infatti, richiama il termine siciliano “cubbaite”, che a sua volta deriva dall’arabo “qubbiat”, ovvero “mandorlato”. Nere o bianche, poco importa: ciò che conta sono le noci e le mandorle, due degli ingredienti principali di questo gustosissimo dolce. Per realizzare una copata nera, è sufficiente aggiungere del cacao amaro alla ricetta originale, dove non mancheranno miele, zucchero, uova e cialde.

Il cantuccio è un biscotto secco, croccante, riconoscibile per la tipica forma allungata “a fetta di filoncino”, la scoperta delle mandorle e quel profumo tipico fruttato che lo accompagna. La tradizione vuole che nasca come evoluzione dei biscotti di Prato, realizzati secchi e poi tostati per l’esigenza di farli durare più a lungo. L’usanza vuole che si accompagni al vin santo. Questo biscotto viene nominato nel dizionario per la prima volta dall’Accademia della Crusca nel 1691 che ne diede la seguente definizione: “biscotto a fette, di fior di farina, con zucchero e chiara d’uovo”, ma viene citato anche in un manoscritto come “biscotti alla genovese” .

Ricordiamo che “Divina Bellezza – Dreaming Siena” chiuderà venerdì 30 settembre, quindi se non avete visto il video e non avete degustato i prodotti della Fiore, fatelo fin che siete in tempo. Le proiezioni

Emilio Mariotti

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