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Il Monumento ai Caduti dell’Indipendenza di Tito Sarrocchi

Il Monumento ai caduti senesi in origine si trovava in piazza San Pellegrino, che, proprio da questa, mutò il nome in piazza dell’Indipendenza (il nome di piazza San Pellegrino si trova sia nello stradario del 1861 che in quello del 1871 e deriva dalla presenza di una chiesa chiesa intitolata a questo Santo). Demolita la chiesa di San Pellegrino all’inizio dell’Ottocento per creare uno spazio più ampio davanti al teatro dei Rozzi, la piazza venne individuata dall’Amministrazione comunale come luogo ideale per ospitare il “Monumento ai caduti per l’Indipendenza italiana” appartenenti alla Provincia di Siena. Il monumento che avrebbe dovuto ornarla era già stato commissionato a Tito Sarrocchi ai primi del 1875. Il primo bozzetto, eseguito dallo scultore senese in gesso, ricevette consensi ma anche qualche critica che imperversò nella stampa cittadina per settimane (gli articoli sono spassosissimi) soprattutto a causa della figura del leone morente che sembrava non di buon auspicio per la nuova nazione che si stava formando. Tuttavia, Sarrocchi proseguì nel lavoro e il monumento che raffigura una donna, appunto l’Italia, che stringe sulla mano sinistra lo scettro, mentre con la destra fa l’atto di deporre una corona sopra un leone ferito e morente disteso ai suoi piedi, sulla quale è scritto “Ai prodi senesi per me caduti”, venne inaugurato il 20 settembre 1879.

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Questa statua, bellissima, oggi si trova, però a San Prospero tra via Fruschelli e via Pannilunghi. Il trasferimento della statua dalla sua originale collocazione ha snaturato molto piazza Indipendenza, vanificando, di fatto, anche la sua intitolazione e mutilando pesantemente il progetto originario. La ragione di una scelta così poco rispettosa va rintracciata nel “disturbo” arrecato non tanto dalla statua in sé, quanto dalla gradinata d’accesso alla loggia posta di fronte al teatro dei Rozzi, al centro della quale era stata posata la scultura, che occupando una porzione non indifferente della piazza, intralciava il sempre più massiccio traffico veicolare e ingombrava uno spazio altrimenti destinabile a parcheggio di automezzi, già allora ambitissimi. La discussione in Consiglio Comunale, sulla destinazione della statua fu battagliera e combattuta. Si pensò addirittura di smontarla e di rimontarla sotto il loggiato. Ma, come andò a finire la faccenda lo sappiamo bene: la loggia è rimasta al suo posto, vuota e disadorna, mentre il monumento, fu “sloggiato” in San Prospero. L’installazione nel sito attuale avvenne il 20 ottobre 1958, come ricorda una piccola e annerita iscrizione sul basamento (“Qui trasferito da Piazza Indipendenza il 20 ottobre 1958”), sistemazione talmente decontestualizzata rispetto all’originaria da averlo condannato all’oblio, trascurato e per di più oggetto di sconsiderati atti vandalici.

di Maura Martellucci e Roberto Cresti 

Tilde Randazzo

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