20 – 12 – 1916
“Pregiatissimo Don Nazareno,
Grazie tante tante della sua cara ed affettuosa lettera. I reciproci auguri si sono incontrati. Immagino quante occupazioni e preoccupazioni gravino su di lei, ora specialmente che tutti siamo lontani. Speriamo che la Provvidenza Le conservi sempre buona salute: è l’augurio più fervido che Le faccio. La ringrazio sentitissimamente del mio ricordo nelle sue degne preghiere, ed io pure trovo un dolce e soave conforto. Quante volte, dopo momenti di scoraggiamento o di tristi pensieri, me ne son sentito risollevato lo spirito! Credo che non andrà molto che cambierà la mia situazione. Mi capisce! Ma non me ne preoccupo soverchiamente. Confido nella protezione divina, ed avrò la forza di rassegnarmi completamente alla Suprema volontà del Signore. Certo, in qualunque circostanza saprò compiere completo il mio dovere.
Spero potere abbracciarla fra breve, forse nella seconda quindicina di gennaio. Voglia salutarmi particolarmente l’amico carissimo Priora e Lei gradisca un affettuoso abbraccio dal suo Aldemaro”
Nella lettera di Aldemaro, di cui non conosciamo il cognome, traspare tutto all’attaccamento alla comunità del Costone, come già avevamo notato in altre lettere dal fronte. In questa, però, viene fuori con maggior forza il sentimento religioso dell’autore. Nelle parole del giovane soldato intravediamo sia un’adesione totale al destino deciso dal Signore e sia la speranza che questo lo salvi. Aldemaro si preoccupa anche dello stato di salute di Don Orlandi, ormai rimasto quasi da solo a gestire la parrocchia.
L’affetto per il parroco del Costone emerge con forza anche della lettera di Giulio Corradeschi degli inizi del 1918. L’autore è preoccupato dal silenzio epistolare di Don Nazzareno, quasi fosse più in pericolo di lui. Dalla sgrammaticatura della missiva vediamo come il livello d’istruzione fosse, solo cento anni fa, basso anche a Siena. Non sappiamo se sia stata dettata dal Corradeschi a una terza persona o sia stata buttata giù di proprio pugno. Nell’attacco della lettera si cita Genova. Lontana dalle trincee, la città ligure non poté sottrarsi dal penoso spettacolo dei convogli di ritorno dal fronte: centinaia di feriti e mutilati, accolti in ospedali militari adibiti in alcune scuole della città, tra cui la Garaventa, la Dapassano, la Mameli e la Chiabrera. Chissà se il nostro Giulio sia passato o meno da uno di quei ricoveri per curarsi una ferita di guerra.
19 – 1 – 1918
“Carissimo Don Nazzareno,
Da Genova gli scrissi, come mio dovere, diverse volte, appena giunto al fronte ò scritto, e dopo ancora, e con mio gran dispiacere sono 2 mesi che non ò suoi scritti. Come mai? A che cosa posso attribuire questo suo silenzio? Sin qui ò dato colpa alla Posta, ma sapendo che lei spesso mi scriveva non so cosa pensare. Io sto bene e così spero sia di lei. La prego di volermi mandare qualche novità del Costone e degli amici. Saluterà la Signorina Marietta, Adelina, Don Giulio, Armando, Roggini e con la speranza di presto avere sue nuove la saluto caramente Giulio”.
Giulio Corradeschi
Il Natale speciale: lettere dal fronte – 1
Il Natale speciale: lettere dal fronte – 2
Il Natale speciale: lettere dal fronte – 3
Emilio Mariotti
Un grande ringraziamento a Roberto Rosa e all’Archivio Storico del Costone – collezione lettere e cartoline di Monsignor Nazareno Orlandi – perché è questa collaborazione che ci ha reso possibile il racconto.