Il 10 settembre 1713, dopo quasi un mese di controversie, l’Auditore Fiscale, alla presenza del Cancelliere di Biccherna assegna finalmente il Palio corso il 16 agosto e decide che il premio verrà equamente diviso tra Onda e Tartuca, che da allora saranno le uniche due Contrade ad avere un Palio a metà. Era successo che nella Carriera di agosto, rimessa in palio dalla Chiocciola, vincitrice del Palio di Provenzano, la Contrada di Malborghetto era arrivata prima al Verrocchio, ma non aveva superato il palco dei Giudici; a questo punto era sopraggiunto il cavallo della Tartuca che lo aveva passato. Tra Onda e Tartuca gli animi si accesero e il popolo di Castelvecchio rivendicò la vittoria, inizialmente data all’Onda. I giudici, allora, stabilirono di non assegnare il Palio che venne portato in Provenzano. Alla fine il magistrato sentenziò che il premio di 40 talleri offerto dalla Chiocciola sia diviso equamente tra le due Contrade. Si legge: “che ambedue le suddette Contrade ne devino avere la metà per ciaschieduna, e ciò per conservare una buona pace, e per ovviare a tutto quello che ne potesse succedere”. Vennero così consegnati ai due camarlenghi di Onda e Tartuca 20 talleri a testa, metà del taffetà (probabilmente, come oggi, bianco e nero) che attorniava il piatto d’argento che si trovava sopra il drappellone e metà del nastro con cui era legata la seta. Venne stabilito, infine, che il drappellone e la mazza da cui era costituito il palio venissero donati ad una chiesa del Terzo di Città, e fu individuata quella di San Giuseppe che, al tempo, non era ancora l’oratorio dell’Onda, ma la chiese dell’arte dei legnaioli. Alla fine, ci dicono le cronache, tutto si risolse con accordo e soddisfazione di entrambe le parti “e tutto per amichevole transazione tra l’istesse Contrade seguita, stante la benigna interposizione degl’illustrissimi signori ministri di Sua Altezza Reale di questa Consulta”. Un palio “a mezzo” dunque, che Onda e Tartuca ancora oggi riportano nel computo dei Palii vinti, ma questo episodio ebbe anche un risvolto importante nell’ambito del regolamento paliesco, infatti il 10 settembre del 1713 si stabilisce definitivamente che in futuro il cavallo vincitore dovrà passare tutto il palco dei giudici.
di Maura Martellucci e Roberto Cresti