Cento anni fa nasceva Giuliano Briganti e per l’occasione il pubblico potrà scoprire il patrimonio collettivo di notevole interesse che è custodito al Santa Maria della Scala, nella biblioteca e fototeca Giuliano Briganti. Molti non sanno che con questo patrimonio è possibile interagire direttamente e in questa occasione sarà possibile anche sfogliare, opportunità molto rara, alcuni preziosi volumi e rare fotografie antiche.
In occasione del centenario della nascita di Giuliano Briganti il Santa Maria della Scala di Siena, nei locali della Biblioteca Giuliano Briganti, ha il piacere di presentare un altro progetto espositivo dedicato al grande storico dell’arte dal titolo Dalla maniera alla veduta. Il percorso di una vita.
Lo scopo dell’esposizione, visibile da lunedì 8 ottobre a giovedì 13 dicembre, è quello di presentare, attraverso libri, fotografie ed incisioni, gli argomenti di maggiore interesse dello studioso. Il visitatore avrà la possibilità di ammirare, pertanto, non solo i testi autografi di Giuliano Briganti ma anche alcuni libri antichi a lui appartenuti come Le Vite di Giorgio Vasari del 1568, Le Vite di Giovan Pietro Bellori nell’edizione del 1728, L’Etruria Pittrice di Marco Lastri del 1791/95 e da due antichi strumenti ottici: lo Specchio Claude e la Camera obscura portatile, inprestito dal Museo dei Mezzi di Comunicazione di Arezzo, usati da numerosi maestri della pittura di paesaggio e di veduta.
Se si osserva la ricca bibliografia di Briganti, si può notare come già in giovanissima età, egli avesse abbastanza chiara l’idea del suo percorso di studioso. Inizialmente, grazie ai suggerimenti dell’amico e mentore Carlo Ludovico Ragghianti, e sostenuto attivamente da Roberto Longhi, si indirizza verso il pittore Pellegrino Tibaldi e il manierismo, come argomento per la sua tesi di laurea, discussa il 22 giugno del 1940. Lo stesso anno pubblica un primo scritto su Vanvitelli e poco dopo sui pittori italiani del Seicento, per arrivare al suo primo libro Il Manierismo e Pellegrino Tibaldi (Cosmopolita 1945), al Barocco strana parola (Paragone 1950) e al catalogo della mostra I Bamboccianti. Pittori della vita popolare del Seicento (Roma 1950). Per tutto il sesto decennio del Novecento, affronta i temi Dalla maniera alla veduta soffermandosi a lungo anche sulla corrente dei Bamboccianti che, insieme all’arte di Pietro da Cortona (e seguaci), farà luce su molteplici aspetti della tendenza figurativa cosiddetta “barocca”. Per quasi un ventennio Briganti segue un intimo fil rouge di studi, che lo condurrà alla pubblicazione di corposi volumi: La Maniera Italiana (1961), Pietro da Cortona o della pittura Barocca (1962), Gaspar van Wittel e l’origine della veduta settecentesca (1966), I vedutisti (1969), I Bamboccianti. Pittori della vita quotidiana a Roma nel Seicento (1983), quest’ultimo in collaborazione con Laura Laureati e Ludovica Trezzani. Libri (tutti parte del percorso espositivo) tutt’ora pietre miliari per lo studio di quel periodo della Storia dell’Arte che abbraccia tre secoli (XVI-XVII) di produzione.
In ogni suo scritto affiora, in modo evidente, la sua personalità: dalla padronanza linguistica a quella storica, dalle sue qualità di conoscitore a quelle più intimamente introspettive. La Storia dell’Arte di Briganti è storia degli artisti come attori protagonisti di periodi culturali, nei quali si intrecciano le vicende dell’Italia e dell’Europa. E’ storia di emozioni che si rispecchiano nelle loro opere e nel loro stile che diviene tratto indiscusso e riconoscibile.
(foto della vita privata di Giuliano Briganti, qui con Ester Coen)