Riceviamo e pubblichiamo integralmente:
Alla Chiesa di Dio che è in Siena – Colle di Val d’Elsa – Montalcino
Carissimi, il primo sentimento, un po’ scontato ma reale, che sento di comunicarvi è lo stupore. Dio fa sempre le cose a modo suo e, anche se lo sappiamo e lo diciamo spesso, quando l’esperienza della sua originalità e della sua libertà ti coinvolgono da vicino, ti lasciano sempre un po’ storditi. Alla vita non è si è mai pronti abbastanza ed alla vita di fede ancor meno. Provo, come potete comprendere, da qualche giorno, cioè da quando mi è giunta la notizia, una grande emozione unita, però, ad una notevole serenità. Quando ti senti dire: “Papa Francesco vuole che tu sia il nuovo Arcivescovo di Siena – Colle di Val d’Elsa – Montalcino” … anche se rimani un po’ perplesso, non puoi dire di no.
Voglio porgere un caro ed affettuoso saluto all’intero popolo di Dio: i sacerdoti, religiosi e diocesani, i consacrati e le consacrate, i seminaristi, le associazioni, il laicato. Un pensiero particolare a tutte le famiglie, in particolare a quelle che portano il peso, la croce di una malattia o di una sofferenza; ai carcerati ed ad ogni persona, di qualunque credo o fede religiosa ed anche ai lontani, a chi non frequenta la Chiesa, a chi si considera non credente …. E’ da un dialogo costante e sincero con tutti che possono venir fuori le soluzioni giuste per un futuro più sereno, in particolare per le giovani generazioni. Saluto cordialmente le autorità civili e militari. Un saluto particolare al mio predecessore, Mons. Buoncristiani, ed a tutti i collaboratori degli uffici diocesani: vi chiederò di presentarmi e farmi conoscere la nostra Chiesa nella sua verità, in lungo e in largo, senza remore e senza timori.
Ed è proprio con la collaborazione di ognuno di voi che vorrei riuscire a guidare questa nostra Chiesa diocesana verso Cristo in una comune e intensa vita di preghiera, di lavoro, di sacrificio, nella carità e nell’attenzione a tutti, senza ambiguità, nel rispetto coraggioso della verità e nella ricerca costante della comunione. Vorrei seguire l’invito di San Gregorio Magno: “Il pastore sia accorto nel tacere e tempestivo nel parlare … perchè un discorso imprudente trascina nell’errore e un silenzio inopportuno lascia in una condizione falsa coloro che potevano evitarla”.
Chiedo al Signore di poter vivere la responsabilità di questa comunità senza “imporre” ma chiedendo ed essendo esigente innanzitutto con me stesso; chiedo al Signore di poter guidare e accompagnare una chiesa diocesana di uomini e donne, ragazzi e bambini, sacerdoti, religiosi e laici che, pur diversi tra loro, decidano e riescano a vivere insieme la fede, nel rispetto di tutte le differenze e nell’affermazione di un’unica verità: quella di Cristo. Vorrei essere con voi e per voi uno strumento della presenza e dell’amore di Dio, con disponibilità, docilità ed anche fermezza.
Spero di incontrare presto le parrocchie e le comunità. Vorrei poterle conoscere così come sono, nella loro realtà e concretezza, con le loro gioie ed i loro dolori…. Sono stato per parecchi anni viceparroco e poi parroco in alcune parrocchie di Roma: spero di riuscire a condividere la vita di tutti voi confratelli sacerdoti con quella “nostalgia della parrocchia” che porterò sempre nel cuore. Vorrei visitarvi e celebrare con voi non solo nei momenti solenni, ufficiali, ma anche nella vita quotidiana, ordinaria …. Vorrei vedere non ‘la parrocchia che non c’è’, ma quella vera, viva, fatta anche di banchi vuoti e tanti anziani: sperando e lavorando affinchè ogni parrocchia sia sempre più un vero punto di riferimento per tutta la cittadinanza.
Ci proteggano e ci accompagnino Maria Santissima, da noi venerata come Madonna del Soccorso, ed i santi patroni: Sant’Ansano e San Marziale. Ci guidino e ci siano di modello San Bernardino da Siena e, in particolare, Santa Caterina, con la sua passione, il suo “fuoco”. Caterina è patrona d’Italia e d’Europa. Con questa sua doppia “responsabilità” ci richiama alle nostre responsabilità, in un momento molto particolare per l’Italia e per l’Europa. Diceva il Papa Emerito, Benedetto XVI, in una sua catechesi: “… E’ proprio nei momenti di maggiore difficoltà che il Signore non cessa di benedire il suo Popolo, suscitando Santi e Sante che scuotano le menti e i cuori provocando conversione e rinnovamento. Caterina è una di queste e ancor oggi ella ci parla e ci sospinge a camminare con coraggio verso la santità per essere in modo sempre più pieno discepoli del Signore … Come lei, ogni credente possa sentire il bisogno di uniformarsi ai sentimenti del Cuore di Cristo per amare Dio e il prossimo come Cristo stesso ama. E noi tutti possiamo lasciarci trasformare il cuore ed imparare ad amare come Cristo, in una familiarità con Lui nutrita dalla preghiera, dalla meditazione sulla Parola di Dio e dai Sacramenti …”.
Vorrei lasciarvi una immagine che traggo dal vangelo di Giovanni al capitolo 12: Maria versa sui piedi di Gesù “… una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso …”. Uno spreco? Oppure un grande gesto d’amore? Gesù lo considera così, un gesto d’amore. Mi viene spontaneo paragonare la nostra Diocesi, la bellezza di Siena, il suo enorme patrimonio artistico, la sua struttura architettonica, le sue tradizioni, come quel vero nardo, assai prezioso …. Solo il forte legame di Maria con Gesù poteva portarla a “sprecare” per lui tutto quello …. Mi auguro che tutta la bellezza e la grandezza della nostra città sia sempre più “sprecata” per Gesù, offerta a lui, messa a Suo servizio, così come l’arte, la letteratura e la cultura in genere sono state per secoli a servizio della fede. Che quel nardo prezioso sia versato sui piedi di Gesù, su quei piedi ‘belli’ di cui parla Isaia che non si stancano di camminare ancora oggi sulle nostre strade, sulle nostre vie, nelle nostre contrade, per farle diventare sempre più dei luoghi di condivisione, di fraternità e di prossimità con i più piccoli e i più poveri.
Chiedo di pregare per me, come io farò certamente per ciascuno di voi. Grazie!
Augusto Paolo Lojudice
arcivescovo eletto