Secondo quanto riporta la famosa rivista americana Wine Spectator, il vino migliora le funzioni cognitive negli anziani. Un recente studio, curato dall’Università di Osaka e dal Tokyo Metropolitan Institute of Gerontology, ha osservato e raccolto i dati sulla salute e sullo stile di vita di anziani giapponesi di età superiore ai 75 anni, una tra le popolazioni più longeve al mondo. Analizzando vari aspetti legati all’alimentazione, all’allenamento fisico o alla situazione socioeconomica, i ricercatori hanno rilevato che un consumo moderato di vino è associato a una funzione cognitiva più elevata.
L’indagine è stata condotta in Giappone su un campione di 1226 uomini e donne, di età compresa tra i 75 e gli 87 anni, reclutati dalla coorte Sonic (Settuagenarians, Octogenarians, Nonagenarians e Investigation with Centenarians), ed è iniziata nel 2010, mentre i partecipanti venivano controllati ogni 3 anni. Nella ricerca è stato chiesto che tipo di alcol venisse assunto (vino, birra, sake etc.), con quale frequenza (mai, qualche volta, tutti i giorni etc), in che situazione (famiglia, amici etc.) ed è stata misurata la funzione cognitiva tramite il Montreal Cognitive Assessment (MoCA). Il MoCA è un test progettato per individuare il decadimento cognitivo lieve e del morbo di Alzheimer ed è valutato in una scala da 0 a 30; un valore inferiore a 22 è indice di deterioramento cognitivo moderato.
La ricercatrice Yuya Akagi ha spiegato che sono state trovate associazioni significative solo per il vino, e non per altri tipi di alcolici. “Questo suggerisce che le sostanze specifiche del vino influiscono sulla funzione cognitiva, in particolare gli antiossidanti come i polifenoli”, spiega Akagi. Più precisamente, il vino rosso contiene più polifenoli del vino bianco, ed è molto probabile che ci sia una differenza tra l’assunzione di vini rossi o bianchi. Lo studio di Akagi si è concentrato più sulla frequenza del consumo che sul volume. I ricercatori hanno scoperto che i partecipanti che hanno riferito di bere alcolici da uno a sei giorni alla settimana avevano il punteggio MoCA più alto, a 23,6 punti (la media era 22,7) e un aumento significativo della funzione cognitiva, rispetto a coloro che non bevevano e a coloro che bevevano ogni giorno. Si parla dunque di un consumo moderato, nel quale è possibile abbia inciso anche il contesto in cui viene assunto il vino, ossia in famiglia o in compagnia di amici. In futuro verrà valutato l’impatto del vino rosso, rispetto al vino bianco.
Stefania Tacconi