Cosa hanno in comune il tronco di un albero portato sulla spiaggia dal mare e il “Nudo sdraiato” di Renato Guttuso? O una foto della scalinata della Villa Medicea di Poggio a Caiano con il “David e Betsabea” di Francesco Salviati? Sono solo due dei “Dittici occasionali” protagonisti della omonima mostra inaugurata al Santa Maria della Scala di Siena.
“Dittici occasionali. Ossia la ‘causalità’ dell’arte”, a cura di Lucia Simona Pacchierotti e Carlo Pennatini, indaga il rapporto tra fotografia e arte figurativa attraverso un gioco di rimandi tra immagini.
“L’esposizione rappresenta un progetto originale di riconoscimento del patrimonio culturale del Santa Maria della Scala che affronta il tema del rapporto tra arte e fotografia da un diverso e innovativo punto di vista, esaltandone il rapporto di interdipendenza ed è questo che rende ‘Dittici occasionali’ una mostra interessante e curiosa”, ha detto Lucia Cresti, presidente della Fondazione Antico Ospedale Santa Maria della Scala.
“Balzac vedeva nel caso il più grande romanziere del mondo – ha esordito Chiara Valdambrini, direttrice della Fondazione Antico Ospedale Santa Maria della Scala. – Nella mostra curata da Pacchierotti e Pennatini il caso, invece, si è fatto scintilla per poi lasciare spazio alla narrazione di scelte percettive precise su vasta scala. Il percorso, un vero e proprio viaggio, è frutto di una creativa rilettura sia delle foto che delle immagini analogiche delle opere d’arte coinvolte, una serie di binomi che portano l’osservatore in una immersione emozionale immaginifica vibrante, ricca di umanità e di spunti dove occhi diversi possono trovare combinazioni infinite di lettura”.
“Il processo mentale che ha accompagnato la scelta delle istantanee è stato sostanzialmente inverso a quello utilizzato per la realizzazione di reinterpretazioni fotografiche delle opere d’arte – ha commentato la curatrice Lucia Simona Pacchierotti. – Non si è voluto presentare fotografie che interpretassero delle opere d’arte figurativa. Infatti il primo passo che ho intrapreso è stato di chiedere ai fotografi di inviarmi una selezione di immagini che avessero un significato per loro stessi, il passo successivo è stata la ricerca dell’opera d’arte da abbinare: la scelta è avvenuta secondo criteri di assonanza, evocazione e risonanza, una sorta di gioco delle percezioni, nel tentativo di individuare l’opera nella sua causalità”.
“Dittici occasionali” non è la presentazione di reinterpretazioni fotografiche di opere d’arte figurativa. Ne è scaturito così, un percorso di ventisei abbinamenti che vede affiancare fotografie di scena, di sport, di eventi folcloristici, di fotografia spontanea a fotografie di opere d’arte pittorica e scultorea dando origine ai dittici occasionali”.
“I soci del Siena Foto Club hanno aderito con slancio al progetto – ha esordito Carlo Pennatini, curatore e presidente Siena Foto Club. – Le istantanee contribuiscono a stimolare l’apprezzamento non solo della bellezza ma anche della diversità della creatività umana e le differenti chiavi di lettura di un’opera d’arte. Sono i collegamenti inattesi con le opere in dittico a rendere piacevole la visione della mostra, a indurre i visitatori a osservare i lavori esposti senza preconcetti, pronti a cogliere emozioni e scoprire legami sorprendenti”.
In esposizione 26 abbinamenti ovvero 52 fotografie costruite in dittico in grado di attirare l’attenzione e la curiosità dei visitatori, appassionati di fotografia e non, in un gioco delle somiglianze tra immagini analogiche di opere d’arte e scatti attuali catturati con macchine digitali grazie all’occhio artistico dei fotografi. “Dittici occasionali” non è infatti la presentazione di reinterpretazioni fotografiche di opere d’arte: è un percorso di abbinamenti che vede affiancare fotografie di scena, di sport, di eventi folcloristici, di fotografia spontanea a fotografie di opere d’arte pittorica o scultorea, custodite all’interno della Biblioteca e Fototeca Giuliano Briganti, dando origine proprio ai “dittici occasionali”.
Un’occasione per mettere a confronto non soltanto immagini scattate in contesti totalmente diversi ma anche in epoche diverse. La possibilità di usufruire del vasto repertorio analogico della Fototeca Briganti che, per sua natura, è dedicato interamente alla storia dell’arte rende infatti l’esposizione un momento di incontro tra linguaggi artistici, e soprattutto fotografici molto diversi tra loro. La fotografia storica della Fototeca è prodotta nella sua concretezza di oggetto da un processo chimico, mentre quella attuale da un processo digitale, ma non solo, perché in mostra sarà possibile ammirare anche photogravure, incisioni all’acquaforte e a bulino in volumi antichi, stampe offset, litografie, riproduzioni integrali in fac-simile, un percorso che potremmo definire un sorta di excursus tecnico dedicato all’immagine bidimensionale.
L’esposizione, organizzata dalla Fondazione Antico Ospedale Santa Maria della Scala, nasce dalla collaborazione tra la Fototeca Giuliano Briganti e il Siena Foto Club e oltre agli artisti del club cittadino ha partecipato al progetto il collezionista e fotografo Ferruccio Malandrini mettendo in mostra una sua fotografia del 1962. La mostra ha ottenuto il riconoscimento Fiaf – Federazione Italiana Associazioni Fotografiche.
La mostra sarà arricchita da un video prodotto dalla classe 3D – indirizzo audiovisivo e multimediale del LiceoaArtistico che verrà presentato in un incontro pubblico il 18 novembre contestualmente al workshop “La fotografia e l’opera d’arte” tenuto da Claudia Ioan, presidente di Officine creative italiane e direttrice del Did – Dipartimento didattica Fiaf.
Sabato 2 dicembre e giovedì 4 gennaio 2024 saranno organizzate visite guidate della mostra con i curatori.