Il 22 giugno 2001 la fonte dei Pispini è stata restaurata e riposizionata nel luogo in cui era stata costruita in origine, spostandola cioè da piazza Santo Spirito all’inizio di via Santa Chiara. E’ il 23 giugno (un giorno dopo di molti secoli prima) del 1536 quando la “congregatione et contrada della Abbadia Nuova” dichiara al Comune di voler realizzare una nuova fonte, che non risponda solo alle esigenze idriche del quartiere ma che possa anche “onorare la dicta contrada”. Essi, infatti, presentano già un disegno di quella che, nelle loro intenzioni, sarà “un raro et bellissimo fonte”, un’opera che diventerà un vanto per l’intera città, introducendo per la prima volta a Siena il concetto di fontana monumentale, non solo funzionale.
Per approvvigionare la nuova fonte si realizza una modesta opera di adduzione in mattoni a poche decine di centimetri sotto il livello stradale, sfruttando anche l’acqua di San Maurizio. Le acque che tracimano della fonte dell’Abbadia Nuova vengono concesse al convento di Vita Eterna, che ospita le Terziarie Domenicane di San Giacinto dalla fine del Quattrocento, mentre una parte scorre oltre, ad alimentare le vasche ed i fontini posti fuori delle mura per irrigare gli orti e i campi. La nuova fonte richiese undici anni di lavoro e fu terminata nel 1545. Il progetto, che alcuni non hanno esitato ad attribuire a Baldassarre Peruzzi, prevede che l’acqua cada da una tazza superiore ad una inferiore attraverso delle cannelle celate all’interno della bocca di alcuni mascheroni.
A Siena lo zampillo d’acqua viene chiamato popolarmente pispino, o più di spesso pispinello, termine probabilmente derivato da pispolo, con il quale ancora oggi si denomina la cannella di una fontana. Lo spettacolo offerto da questi “pispinelli” era talmente inedito, rispetto alla tradizionale tipologia delle fonti senesi, che il nome finì per identificare l’intero rione, la sua strada principale e la porta. La fonte, posta all’incrocio tra via dei Pispini e via Santa Chiara, nel corso dei secoli viene più volte restaurata e rimaneggiata a causa, spesso, della scarsità di acqua che vi affluisce. Le sorti della fonte cambiano radicalmente negli anni Settanta dell’800 quando il complesso di Santa Chiara viene concesso all’esercito e trasformato in Distretto Militare, dato che i lavatoi, posti lungo la via d’accesso al complesso, vengono spostati nell’ultimo tratto di via dei Pispini, nei pressi della Porta (dove sono ancora oggi). Nel 1937 la caserma di Santa Chiara, per favorire l’entrata e l’uscita degli automezzi dal distretto, chiede e ottiene di spostare la fontana, che viene collocata in piazza Santo Spirito, fino, appunto, a questo 22 giugno 2001.
Maura Martellucci
Roberto Cresti