L’8 marzo 1880 nasce il conte Guido Chigi Saracini. Appassionato di musica fin da giovane frequentata il Conservatorio fiorentino e i salotti romani, tra tutti quello della sua amica di sempre Annina Piccolomini Caetani. Il suo primo intervento di mecenate in città è rivolto verso il Quartetto fondato da Rinaldo Franci, che nel 1908, morto l’insigne violinista cui Siena ha intitolato la propria scuola di musica, si trasforma in “Quintetto Senese”, che il conte presiede e di cui Piero Baglioni diviene primo violino. D’altronde da due anni Guido può permettersi questo ed altro: alla morte dello sfortunato zio Fabio Saracini, perito in un incidente di caccia, è lui l’erede universale dell’immenso patrimonio di famiglia, compreso il palazzo in via di Città e la tenuta di Castelnuovo Berardenga.
Allo scoppio della Prima guerra mondiale, nonostante non sia tra i richiamati, decide comunque di offrire il proprio contributo alla patria, arruolandosi come volontario automobilista per la Croce Rossa e mettendo a disposizione dell’esercito italiano se stesso, l’automobile che possiede e Gigi, l’autista che la guida. Non ci sono trincee e notti all’addiaccio nella Grande Guerra di Guido, che vive nelle retrovie tra Belluno e Treviso che attraversa in lungo e in largo dal maggio al dicembre del 1915, accompagnando gli ufficiali nei trasferimenti da e per il fronte. L’andamento tranquillo della guerra di Guido subisce uno scossone dopo lo scioglimento del corpo dei volontari della Croce Rossa, che comporta anche un trasferimento nella zona di Udine e che coincide con un cambio di mansioni: guiderà un’ambulanza per il trasporto dei feriti appositamente montata sulla sua auto. Anche la moglie Bianca Kaschmann (cantante lirica, i due si sono sposati nel 1905 e nel 1926 avranno l’annullamento del matrimonio da parte della Sacra Rota) presta servizio come infermiera volontaria nella stessa zona di guerra. Dopo una brutta polmonite, nel 1917, Guido viene congedato e rientra a Siena.
Sono questi gli anni in cui progetta i lavori di restauro del palazzo di famiglia, già Marescotti, e affida la direzione dei lavori al pittore e architetto Arturo Viligiardi. Il suo sogno è trasformare il palazzo in un tempio della musica, sogno che si realizzerà a partire dalla nascita della “Micat in Vertice” e altre manifestazioni che renderanno Siena la capitale italiana della musica da camera. Il 2 settembre 1923 re Vittorio Emanuele III rinnova a Guido Chigi Saracini il titolo trasmissibile di conte e lo autorizza ad unire al proprio stemma quello dei Saracini. Guido Chigi Saracini è una figura di grande rilievo per la sua città e per la sua Contrada, l’Istrice.
Numerose, infatti, sono le cariche ricoperte: è consigliere provinciale dal 1910 al 1914 eletto nel mandamento di Siena II per l’Unione liberale monarchica; è membro della deputazione amministratrice dello Stabilimento di mendicità; è deputato del Monte dei Paschi dal 1927 al 1930; è consigliere dell’Arciconfraternita di Misericordia e di altri enti cittadini; è rettore dell’Opera metropolitana dal 1945 al 1947; è rettore del Magistrato delle contrade dal 1927 al 1964; è priore della Contrada dell’Istrice dal 1915 al 1937 e di nuovo nel 1953-1954.Nel 1952 gli viene attribuito il Mangia d’oro. Dal 1982, su richiesta della Contrada dell’Istrice, è intitolata al conte Guido Chigi Saracini la piazza dentro porta Camollia. L’Istrice deve al conte Chigi anche parte dei locali del museo che facevano parte di un palazzo che possedeva in Via Camollia e i locali dell’attuale Circolo “Il Leone” che vennero donati come lascito testamentario alla Contrada stessa. Morirà il 18 novembre 1965 e sarà compianto da tutta la città.