La peste di Marsiglia: l’ultima grande pestilenza che la storia d’Europa ricordi

Il 1° agosto del 1720 i quattro deputati della Balia sopra la sanità, data la grave pestilenza che aveva colpito la città di Marsiglia, pubblicano un bando con il quale impediscono ai mercanti senesi ogni commercio con le navi francesi e minacciano pene severissime ai trasgressori. Nei giorni successivi, il Governo di Siena, come è usuale fare in questi casi (così, in parte si era salvata anche dalla peste del 1630, quella del Mazoni che devastò Milano la quale, per parte sua, fu appena sfiorata dalla Peste Nera del 1348), impone la presenza di guardie alle porte della città per evitare qualsiasi possibile forma di contagio, mentre contingenti di soldati vengono messi a controllare le vie che portano verso gli scali marittimi dai quali arrivavano a Siena merci provenienti dalla Francia.
Pare che il morbo fosse arrivato sulle coste francesi con il “Grand-Saint-Antoine”, una nave proveniente dal Medio Oriente, probabilmente dalla Siria, che attraccò a Marsiglia il 25 maggio, con a bordo già diversi morti. La negligenza delle autorità, nonostante i regolamenti rigorosi in tema di quarantena per passeggeri e merci, fece sì che la peste si diffondesse causando nella sola Marsiglia 40.000 vittime su 90.000 abitanti, a cui si sommano le oltre 120.000 vittime in Provenza. Dall’inizio dell’estate a Siena stanno giungendo notizie sulla gravità dell’epidemia che a Marsiglia l’epidemia sta facendo un numero impressionante di vittime. I commerci tra Siena e la Francia sono attivi da epoche ben più remote, il rischio può venire facilmente da di là del mare e, come abbiamo ripetuto altre volte, le grandi vie degli scambi mercantili, oltre al non sapere quale era la causa portatrice della peste nè come avveniva la trasmissione dell’infezione, esponeva ad un grande rischio ogni città che si trovasse sulle rotte commerciali con la Francia.
Giovanni Antonio Pecci, nel suo “Giornale Sanese”, racconta che il 15 settembre 1720 “per implorare da Dio la sanità nelle coste marine della Francia, e particolarmente nella città di Marsiglia, fu dal sommo pontefice conceduta indulgenza plenaria” e contemporaneamente, lo stesso 15 settembre, nella nostra città venne effettuata una processione, per dare conoscenza della decisione pontificia dalla “Metropolitana alla Collegiata di Provenzano” alla quale prese parte tutto il clero.
Solo in autunno i casi iniziano a diminuire anche se, racconta ancora Pecci, a novembre, nuovamente, “fu fatta dal duomo a Provenzano la processione” che terminò in Collegiata con la benedizione arcivescovile al popolo, affinchè il morbo non attaccasse la nostra città, dato che le notizie provenienti dalla città francese non erano ancora rassicuranti. Ci vorrà molto tempo prima che gli scambi tra Siena e Marsiglia riprendano con regolarità e prima che nella nostra città, passata la grande paura di essere contagiata, affluiscano nuovamente le mercanzie che arrivavano dalla costa francese. Poi la peste scompare a lungo dall’Europa dopo il XVIII secolo, non ci sono casi per tutto l’Ottocento, si riaffaccia poi nel ‘900 quando ci sono casi a Messina e Taranto (ma siamo nel 1945) e si ritira verso l’Asia, l’Estremo Oriente, l’Africa e le Americhe.
Maura Martellucci
Roberto Cresti