La Regione Toscana crede nell’alta formazione e ci investe 4,5 milioni di euro che andranno a finanziare 80 borse Pegaso, di cui potranno beneficiare dottorandi che fanno ricerca all’estero. La misura è sostenuta da risorse del Fondo sociale europeo e realizzata nell’ambito di Giovanisì, il progetto regionale per l’autonomia dei giovani.
Il bando, attivo fino al prossimo 28 febbraio, finanzia università e istituti, pubblici e privati, che operano in Toscana e consentirà ad 80 giovani laureati toscani under 35 – ciascuno dei quali riceverà un finanziamento di 55 mila euro – di frequentare corsi triennali di profilo internazionale e di elevata qualità scientifica in settori strategici e innovativi dell’economia regionale.
Dal 2011 al 2016 sono state 430 le borse Pegaso concesse, per un ammontare di oltre 23 milioni. L’ultimo bando risale all’aprile di un anno fa.
«Quest’anno – commenta la vicepresidente e assessore all’università Monica Barni – abbiamo deciso di anticipare l’uscita del bando delle borse Pegaso per permettere alle università di accordarsi e di allinearsi alle scadenze ministeriali. La Regione conferma la sua vocazione al sostegno dei giovani attraverso l’alta formazione e mette a disposizione cifre importanti per studenti che vogliono perfezionare le proprie conoscenze anche in ambiti aziendali”. “Investire sui giovani – conclude Monica Barni – significa infatti sostenere anche la competitività dell’intero sistema regionale, dal momento che sviluppo ed occupazione si creano rafforzando la sinergia tra ricerca universitaria, alta formazione e mondo del lavoro».
I corsi delle borse Pegaso dovranno possedere l’accreditamento del Ministero per l’istruzione e l’università, usare l’inglese nella didattica e disporre di una rete di sostenitori allargata al mondo del lavoro e della ricerca. Potranno farsi avanti associazioni temporanee di scopo, costituite o da costituire, fra università, istituti universitari e centri di ricerca che operano sul territorio toscano. Alla realizzazione del progetto di dottorato potranno aderire imprese pubbliche e private, enti e istituzioni nazionali e straniere. Ci sarà una priorità e premialità per quei percorsi che si presume possano avere ricadute in campi strategici per lo sviluppo regionale, come la robotica e biorobotica, le nanotecnologie e i nuovi materiali, la fotonica, Ict, spazio e energie rinnovabili e poi ancora ambiente e biotecnologie verdi, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale.
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