Il 2 agosto 1725, scrive il Pecci, “su l’ore 15 insorse una fiera tempesta, con tuoni che molti ne caderono”. Un fulmine, sulla strada della Magione, uccide una donna, altre terribili saette si abbattono sulla Fortezza Medicea e sul palazzo Gori in Camollia. Anche la Torre del Mangia subisce danni non di poco conto: si staccano mattoni e sassi “da quali diverse persone rimasero ferite, sebbene niuno morto”, e continua il Pecci “siccome (il fulmine) recise ancora la fune da cui viene stirato il martello, che su la campana batte le ore…per la grazia d’Iddio si rimase liberati da male peggiore”. La mattina dell’11 agosto, i senesi che si salvarono dalla tremenda tempesta, “in suffragio delle anime del Purgatorio, nella pubblica Cappella della Piazza, furono fatte celebrare molte messe e per memoria appesa una tavola votiva”.
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