Non si può non vedere. Non si può non aguzzare la vista pensando: ci vedo bene? Colpisce la testa di via del Refe Nero. Eccome. E ha pure il cappello! E’ in alto, quasi a monito, quasi in una gabbia, alcuni dicono un lampadario. Ce l’ha fatta mettere, volutamente, il vecchio proprietario del palazzo, l’antiquario senese Giuseppe Mazzoni (figlio di Foresto Riccardo, fondatore nel 1880 della Casa d’Arte Antica Senese), all’inizio del Novecento.
Anzi: a quanto ci ha raccontato il nipote, la testa raffigura lo stesso antiquario Mazzoni che si fece ritrarre e porre in questa stravagante cornice.
Altre storie leggendarie senesi vogliono che quella testa guardasse in cagnesco il vicino Monte dei Paschi che, dopo un tracollo finanziario, gli aveva portato via molte delle ricchezze. Ma tutto l’edificio, chiamato anche del Diavolo Rosso, è particolarissimo.
Sull’intera facciata, sia sul lato di via del Refe Nero che su quello di via dei Rossi è tutto un pullulare di epigrafi, lapidi, bassorilievi, maioliche più o meno autentiche, più o meno medievali, almeno medievaleggianti. Da perderci la testa. C’è anche un’epigrafe con un braccione forzuto che brandisce una mazza: quello per lui (sempre a quanto racconta il nipote) voleva essere proprio l’emblema della famiglia Mazzoni.