Il 16 luglio 1705 la Torre chiede di poter organizzare un’asinata. Si trattava di una corsa con asini da effettuarsi con modalità simili al Palio: gli asini, dipinti con il colore della propria Contrada, dovevano fare uno o più giri di Piazza, non cavalcati ma “spinti” dai contradaioli. Nella richiesta inoltrata dalla Contrada di Salicotto alla Biccherna si legge che “l’asinata è un nome postoli dall’essere corsa non di cavalli, ma di giumenti” e che sarebbe dovuta essere una “festa populare in cui s’introducono quelle Contrade che vogliono correre, quali vengono in Campo con disinvoltura e con le comparse di carri o altro secondo le di loro forze, vestiti alla sciolta con berrettini e camiciuole conforme le divise delle medesime Contrade, con la loro insegna”. Si precisa, però che, dato il tipo di animale con cui le Contrade avrebbero dovuto disputarsi la corsa sarà “solo lecito di far forza con le pugna per avvantaggiare il suo giumento e farsi strada alla vincita del palio”. Poi nulla doveva cambiare: “si gira la piazza nell’istessa forma di che nella festa delli 2 luglio una o più volte”, come verrà stabilito e approvato. La Torre cerca di convincere il Governatore motivando la richiesta con il fatto che in passato, a Siena, si sono disputate altre volte corse di asini “si è fatta più volte la suddetta festa alla presenza de serenissimi Principi e specialmente del Granducato Ferdinando 2° di gloriosa memoria, e tre o quattro volte nel governo della grand’anima del signor principe Mattias di Toscana”. L’asinata doveva corrersi il 16 agosto ma si segnano solo Tartuca e Chiocciola e quindi non fu mai disputata.
di Maura Martellucci e Roberto Cresti