Nei locali della biblioteca e fototeca Giuliano Briganti del Santa Maria della Scala, dal 9 dicembre al 5 marzo 2020 rimarranno esposte le opere dell’artista romano Pablo Echaurren. Si tratta dell’esposizione di quaranta elementi fra libri, fumetti, acquerelli, collage ed illustrazioni che hanno caratterizzato il percorso artistico ed editoriale di Echaurren, dai suoi esordi alle sue ultime pubblicazioni, ovvero il romanzo giallo ‘Terra di Siena’ (2007) e ‘Duchamp politique’ (2019).
“L’idea nasce con il desiderio di mettere in evidenza un artista che aveva già partecipato ad una rassegna alcuni anni fa chiamata ‘Librartis’ che abbiamo ospitato all’interno della biblioteca, con l’intento di creare un dialogo tra l’arte dei libri e fotografie antiche e l’arte contemporanea. – spiega la curatrice Beatrice Pulcinelli – L’invito che abbiamo fatto all’artista è stato quello di presentarci solo opere su carta, da qui nasce il titolo della mostra PaginEchaurren”.
L’esposizione infatti si pone come un grande libro d’artista e le sue opere come pagine da scoprire e da sfogliare percorrendo i locali della biblioteca, in un percorso che mette in evidenza l’incredibile ecletticità di Echaurren in una grande varietà di stili, influenze e tecniche.
Le opere degli esordi ad esempio denotano un’attenzione scientifica naturalistica da parte dell’autore nei confronti dei soggetti sui quali si sofferma ritraendoli in piccoli dettagliatissimi quadratini disposti sequenzialmente (ricordiamo la celebre copertina di ‘Porci con le ali’ del 1976).
Dagli anni ’80 la sua produzione diventa sempre più difficilmente collocabile all’interno dei generi del panorama artistico di quegli anni e si distingue sempre più per una contaminazione di ‘alto’ e ‘basso’, di arte pura e arte applicata, di stili che si estendono dai collage dal richiamo futurista alla comic art. Tramite le ‘pitture parlanti’ o ‘vite disegnate’ Echaurren intreccia arti come poesia, letteratura e disegno tracciando le biografie illustrate di personaggi come Tazio Nuvolari o Pablo Picasso.
L’utilizzo dei quadratini ritorna in versione macroscopica nelle opere di pittura, andando a scomparire alla fine degli anni Novanta, come si osserva in ‘Il mondo alla rovescia’ (1991), una delle opere esposte più peculiari.
“Questa mostra segna per me la fine di un percorso, i miei inizi sono stati battezzati anche dalle segnalazioni di Giuliano Briganti e ritrovarmi qui è come rincontrarlo e vederlo – racconta l’artista Pablo Echaurren – come dice il titolo ci troviamo di fronte ad una serie di pagine che si sfogliano, sono per me delle tappe nel tempo, posso dire che il titolo è particolarmente azzeccato dal momento in cui sento che sto davvero cambiando pagina nella mia vita o forse l’ho già fatto”.
Una rassegna che racconta di un’arte polemica e al tempo stesso combattiva che sulla scia di Marcel Duchamp, grande fonte d’ispirazione per l’artista, punta a sollecitare la riflessione ed il pensiero critico attivo, impegnato, più che l’estetica fine a se stessa.
Clelia Venturi