Premetto che non sono un archeologo e neppure uno storico, ma solo un appassionato della storia della mia città.
Inoltre sono un contradaiolo dell’Istrice che ha stazionato per decine d’anni a chiacchiera dentro porta Camollia e, sempre, dopo una certa ora, nelle discussioni notturne con gli amici, è frequente un quesito: ma quel tratto di mura di fronte al lato corto del Mercatino rionale a che epoca risale? Tutti i senesi passano distratti dentro alla cinta muraria senza guardare, ma in quel lato ci sono circa 10-15 metri di mura costruite con pietre vistosamente più grandi rispetto all’ordito generale.
C’è da dire che vi si nota al di sopra una successiva continuazione della cinta merlata in pietra, dal taglio più piccolo appartenente ad un altro periodo storico, e poi sovrastata da un’altra parte in laterizio visibilmente successiva. Guardando dall’esterno si evidenzia un continuum di mura pareggiate in altezza, mentre, se si osserva dall’interno, si nota uno spessore decisamente diverso e più largo rispetto alle mura circostanti.
Ebbene, in un saggio all’interno di una pubblicazione dedicata alla chiesa di San Pietro alla Magione, del 2001, Paolo Brogini cita “la presenza di un massiccio tratto di mura etrusco-romane”. In effetti, una necropoli etrusca fu ritrovata in via Campansi durante il rifacimento stradale del 1845. Si trattava di una serie di tombe ipogee a camera quadrata di piccole dimensioni mentre un’altra serie di tombe a camera fu casualmente scoperta nel 1848 nel lato destro della Porta verso il bastione dove fu ritrovata anche una moneta, oltre al corredo funerario in ceramica a vernice nera e in ceramica grezza.
Ma il dubbio rimane.
Se le necropoli erano posizionate in aree extra urbane e l’abitato si costruiva lontano da esse, cosa ci faceva lì un “massiccio tratto di mura etrusco-romane”? Inoltre quelle pietre sono etrusche o romane? Sulla presenza degli Etruschi nell’area della città di Siena non ci sono dubbi. Numerosi sono i ritrovamenti e spesso nelle cantine del centro storico si rinvengono tracce della presenza etrusca, con ritrovamenti anche importanti come è anche testimoniato dalla tomba nobiliare rinvenuta durante gli scavi del Santa Maria della Scala sul lato del fosso di Sant’Ansano. Potrebbe essere facile immaginare l’area abitata disposta su più crinali. Tanto è vero che Plinio cita Siena come Seniensis nella sua Historia e la cataloga, nella redistribuzione della cittadinanza romana provocata dalla lex Iulia de civitate, come appartenente alla tribù Oufentina.
Quindi Roma è già presente sia militarmente che socialmente parlando. Nella stessa area e, più precisamente, in viale Don Minzoni e in via Ricasoli sono state trovate tombe di periodo romano. Quindi potrebbe il tratto di mura essere di questo periodo? Di certo è poco quel che riusciamo a sapere della nostra storia antica, vista la scarsa documentazione a disposizione. Ma forse uno studio scientifico attuale potrebbe sciogliere alcuni dubbi su come poteva essere conformata la città in quell’area in periodo romano o, addirittura, in periodo etrusco e chissà che non si riesca a percepire che il sito è stato antropizzato fin dai tempi preistorici e che ciascuna cultura si sia sovrapposta scegliendo gli stessi luoghi.
Luca Virgili