Pensate a un visionario. Steve Jobs? Scontato. Fate uno sforzo e non allontanatevi troppo da Siena. In un celebre Autoritratto è raffigurato come un uomo non più giovane, con barba lunga e sguardo acuto. Leonardo da Vinci, uno dei geni che la Toscana ha regalato all’umanità. Uomo dall’ingegno raffinatissimo, capace di andare oltre l’immaginabile, studiarlo e progettarlo. È questo che la mostra “Leonardo da Vinci: Visions”, aperta al pubblico fino al 17 settembre (e credeteci, vale la pena vederla) e allestita a Montepulciano grazie a Comune, Fondazione Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano e Opera Civita, cerca di trasmettere al visitatore.
La sede espositiva è dislocata tra la fortezza di Montepulciano, in cui sono visibili le riproduzioni delle macchine di Leonardo, e il Giardino di Poggiofanti, che ospita la ricostruzione in scala 1:1 del Monumento Equestre in memoria di Francesco Sforza, un cavallo alto 7,80 metri con un peso complessivo di ventimila chili. Un percorso che riunisce elementi di tre differenti esperienze: “Gli ingegneri del Rinascimento” (1995), “L’automobile di Leonardo” (2004) e “La mente di Leonardo”. Per quest’ultima, concepita agli Uffizi nel 2006, sono stati realizzati i modelli dei disegni leonardeschi che, animando il percorso, rendono l’idea dell’acume del loro autore, specie se si pensa che risalgono all’epoca rinascimentale. Si può considerare “Visions” come una chiave d’accesso all’esplorazione del cervello del genio, un modo per intuire il suo modo di pensare e le ragioni che l’hanno portato a tentare l’impensabile. Innanzitutto il sogno che tormenta l’uomo fin dall’antichità, il volo: la cosiddetta macchina volante è un’idea che nasce dall’attento studio del volo dei rapaci, capaci di sfruttare la forza del vento. L’automazione, il desiderio di conferire movimento agli oggetti inanimati hanno dato origine al carro semovente e al leone meccanico. Infine, il progetto per la gigantesca statua equestre in bronzo in memoria di Francesco Sforza, frutto di un complesso studio di statica.
Il legame con Montepulciano è reso evidente da una carta raffigurante la Val di Chiana, illustrata durante la presentazione della mostra e definita dal curatore scientifico della stessa, Paolo Galluzzi, “un capolavoro cartografico”. Tale carta, spiega Galluzzi, è “un tentativo di creare una struttura simulata, osservabile in qualsiasi momento” al fine di bonificare le Chiane, rendendole vivibili, e utilizzare quell’acqua per portarla in Arno quando necessario e, attraverso un complesso sistema di canalizzazione, rendere l’Arno navigabile da Firenze a Pisa. Ma Montepulciano e Leonardo sono legati a filo doppio: da grande amante di Agnolo Poliziano e della sua messa in scena dell’Orfeo ed Euridice, Leonardo pensò a un teatro-macchina, una sorta di effetto speciale ante litteram, per la rappresentazione dell’opera a Milano attorno al 1508.
Leonardo da Vinci: Visions è il risultato dell’esperienza espositiva delle mostre Gli ingegneri del Rinascimento (1995), L’automobile di Leonardo (2004) e La mente di Leonardo (2006), ideate dal Museo Galileo di Firenze e curate dal suo direttore, Paolo Galluzzi.
Valeria Faccarello
Katiuscia Vaselli