Nella “manovrina” c’è un finanziamento di 20 milioni di euro per la statalizzazione di una parte degli Istituti superiori musicali. Il “Franci” è in lizza
Con l’approvazione del 15 giugno in Senato della cosiddetta ‘manovrina’, previsto un finanziamento di 20 milioni di euro per il passaggio allo Stato di una parte degli Istituti Superiori di Studi Musicali (i Conservatori), fino ad oggi finanziati dagli enti locali. Sono 18 le strutture italiane che possono veder applicato il provvedimento e in Toscana, in particolare, si aprono spiragli per Livorno, Lucca e Siena. Gli altri Comuni italiani coinvolti sono Aosta, Bergamo, Caltanissetta, Catania, Cremona, Gallarate, Modena, Nocera Terinese (CZ), Pavia, Ravenna, Reggio Emilia, Ribera (AG), Rimini, Taranto, Terni.
«Questa norma – ha commentato la vicepresidente regionale Monica Barni – è un primo e importante risultato positivo. Per la prima volta si prevedono risorse, sia pure parziali, per questa operazione dopo 18 anni dalla prima legge del 1999. Non si conoscono ancora i criteri con cui saranno individuati gli Istituti che partiranno con una statizzazione che si completerà nel 2020. La loro scelta sarà determinante per creare situazioni di equità in una gestione complessa».
«Il risultato – ha aggiunto Monica Barni – è conseguenza dell’impegno della Ministra Fedeli, ma anche di ANCI e delle Regioni che solleciteranno il Governo affinché vengano individuate a breve le risorse mancanti per la statizzazione di tutti e 18 gli Istituti. Auspico – ha concluso – che tutti e tre gli Istituti toscani, in presenza di criteri che tengano conto sia della correttezza della situazione amministrativa e finanziaria che dei livelli qualitativi garantiti sul piano della formazione accademica degli studenti e della produzione artistica, possano rientrare da subito tra quelli per i quali inizierà il percorso di statizzazione».