Claudio Marini racconta l’incontro di sabato tra Luigi Lo Cascio e i detenuti della Casa Circondariale di Santo Spirito
Sabato 23 marzo c’è stato l’ultimo incontro dell’anno (scolastico) di un progetto che ha visto i detenuti della Casa Circondariale di Siena confrontarsi con i tanti artisti che sono venuti a trovarli in questi mesi.
Il ghiaccio era stato rotto dall’esuberanza e dalla giovanile incoscienza di Filippo Panìco e dalla voce dolce e cromaticamente variegata di Letizia Fuochi. Tra febbraio e marzo poi hanno avuto il piacere di vedere e apprezzare la grazia e il talento di Laura Marinoni, hanno cantato insieme a Stefano Fresi, improvvisato insieme a Massimo Lopez e Tullio Solenghi e sabato hanno ascoltato in un silenzio surreale l’emozionante testimonianza di Luigi Lo Cascio riguardo al suo rapporto con il teatro, la sua carriera e i suoi lavori più importanti.
L’attore siciliano che è stato a Siena insieme a Sergio Rubini al teatro dei Rinnovati con Dracula(per la regia dello stesso Rubini) ha voluto fortemente questo incontro. Lui, che ha recitato sui più importanti palcoscenici d’Italia, ha messo a nudo le sue esperienze, i suoi pensieri e i suoi aneddoti nel piccolo teatro di Santo Spirito. Ha trasmesso ai detenuti (che da anni portano avanti un piccolo laboratorio teatrale coordinato dal regista Altero Borghi) la sua visione di un teatro come momento di evasione e di crescita personale, a qualunque livello si faccia: dall’esordiente amatoriale al professionista più navigato.
Ha raccontato i sacrifici che hanno dovuto sostenere i genitori e i fratelli per potergli permettere la scuola di recitazione a Roma e delle prime esibizioni in pièce discutibili. Insomma: ha fatto un bel po’ di gavetta anche lui!
Rispondendo alle domande di alcuni detenuti ha poi raccontato la sua fortunata esperienza lavorativa con il regista Marco Tullio Giordana e in particolare del film che lo ha visto debuttare sul grande schermo, I cento passi. Ha spiegato ai detenuti stranieri presenti sabato mattina la storia e la battaglia di denuncia di Peppino Impastato e la difficoltà di rendere al meglio quello che a tutti gli effetti è un eroe dei nostri giorni. Ha raccontato, parlato e sorriso con gli ospiti di Santo Spirito che, nel silenzio più assoluto, sembravano non volersi perdere nemmeno una parola, un consiglio, un aneddoto di quell’uomo che molti vedevano oggi per la prima volta. Per la metà dei presenti non era uno dei più grandi attori del panorama italiano. Per la metà dei presenti era una persona, visibilmente commossa e felice di essere lì, che era venuta a condividere con loro la sua esperienza del teatro vissuta da professionista, invidiando a tratti l’esperienza teatrale dei detenuti, in qualche modo più primitiva, istintiva, semplice e vera.
Oltre che un grande uomo, Luigi Lo Cascio è un grande attore legato alla sua terra e prima della fine dell’incontro ha voluto interpretare per i detenuti una poesia di Montale scritta all’indomani del terribile terremoto di Messina di inizio 900, Al padre. E’ finito così, tra la commozione di alcuni detenuti e l’applauso di tutti, di sentito ringraziamento per un’altra giornata da ricordare.
Claudio Marini