Da Vancouver a Siena, passando per New York. E’ questo il viaggio che ha fatto il format di conferenze innovative TED, che domani (dalle 10 alle 18), per la prima volta, verrà “applicato” all’iniziativa “Open Doors” al Santa Chiara Lab. Quattordici oratori proporranno al pubblico le proprie esperienze di vita e di lavoro. Ci saranno professori di robotica, musicista e anche un detenuto. L’iniziativa è promossa dall’Università degli Studi di Siena, Knowità e Siena Smart City, con la collaborazione del Comune di Siena e della Fondazione MPS. La professoressa Maria Pia Maraghini è il capo del team che ha organizzato la giornata di domani.
Perché l’Università ha deciso di organizzare un’iniziativa come quella di “TEDx Siena”?
«Avevo vissuto un evento del genere ad Arezzo e quindi, essendo un’esperienza molto interessante, ho deciso di portarla al Santa Chiara Lab. Ho chiesto, perciò, la licenza TED, necessaria e difficile da ottenere. Per averla ho spiegato agli statunitensi che se ne occupano come Siena, da loro ritenuta per importanza al pari di Roma, sia una città di 60mila abitanti con il bisogno della carica innovativa che TED si porta dietro. L’abbiamo poi realizzata insieme a Knowità, Siena Smart City, al Comune – in particolare grazie al vicesindaco Mancuso – e alla Fondazione».
Qual è il tipo di pubblico che si attende di trovare al Santa Chiara?
«Il TED si rivolge principalmente a giovani imprenditori, cittadini che voglio impegnarsi nel sociale e nel cambiamento. Abbiamo scelto come titolo della giornata “Open Doors”, proprio perché vogliamo far entrare la creatività e le idee per cambiare».
Questo titolo “Open Doors” (in italiano “Porte Aperte”) non cozza un poco con il fatto che l’iniziativa sia a pagamento?
«Il format del TED è obbligatoriamente a pagamento e noi abbiamo scelto il budget minimo. Queste iniziative sono standardizzate: non possono esserci più di 100 persone in sala, non si può entrare e uscire durante le presentazioni, eccetera. Alla fine dei conti il bilancio dell’organizzazione deve essere pari a zero, quindi i soldi avuti da chi vuole assistere al TED vengono impiegati per i rimborsi spese degli speaker, i pranzi, i badge, il materiale di comunicazione e cose del genere. I biglietti non ce la farebbero mai a coprire tutte queste spese, perciò ci devono essere degli sponsor tecnici, come Rete I.V.O. che metterà a disposizione la wi-fi o il Siena Jazz che proporrà un intermezzo musicale».
Visto che gli speaker proporranno interventi molto eterogenei ci sarà un filo conduttore?
«Nel format del Tedx non ci devono essere due interventi sullo stesso argomento. Noi abbiamo cercato, però, di creare il filo conduttore generale delle porte aperte alle idee e poi abbiamo segmentato la giornata nei blocchi Occhio, Cuore e Mente. Principalmente uno deve andare a un TED per il TED stesso».
Emilio Mariotti
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