“Cerchi lavoro come addetto alla didattica museale o alla biblioteca? A Siena basta la licenza media”. Le attiviste e gli attivisti toscani dell’associazione Mi Riconosci intervengono in merito al concorso pubblico indetto dalla società Sigerico per 26 posti di lavoro al Santa Maria della Scala (qui l’articolo sul bando https://sienanews.it/toscana/santa-maria-della-scala-sigerico-cerca-26-dipendenti-ecco-il-bando/#google_vignette).
“Dal 10 febbraio – si legge nella nota dell’associazione Mi Riconosci – la società Sigerico subentrerà al vecchio concessionario Opera Laboratori, che gestisce il complesso museale del Santa Maria della Scala e i musei civici della città del Palio. Alla nota di cessazione della concessione sono seguite le preoccupanti segnalazioni dei dipendenti che temono per il proprio posto di lavoro, in vista del passaggio alla società parapubblica. In data 5 dicembre, tuttavia, il cda di Opera ha assicurato che nessuno verrà licenziato. Ci chiediamo perché il nuovo gestore non abbia proceduto direttamente con l’internalizzazione delle attuali lavoratrici e lavoratori – come aveva dichiarato in sede di riunione con i sindacati – e invece abbia pubblicato un bando in cui si minimizzano le professioni dei beni culturali, nello specifico gli addetti alla didattica museale e alla biblioteca. La selezione in essere riguarda 20 addetti all’assistenza al pubblico e vigilanza, 3 alla didattica museale, uno alla biblioteca e 2 alla pulizia. I requisiti per candidarsi sono il possesso della licenza media e la comprovata esperienza lavorativa in ruoli analoghi, esclusi tirocini, stage e servizi civili. Quest’ultimo requisito non vale per gli addetti alla pulizia”.
“Dato che il redattore del bando ha operato un distinguo proprio per quest’ultima figura – dicono da Mi Riconosci, – ci sembra sconcertante che non sia richiesta una formazione specifica per queste mansioni, dato che esistono professioniste e professionisti che hanno investito diversi anni nella loro formazione, sia universitaria sia attraverso corsi professionali di alto livello. La richiesta di requisiti più specifici avrebbe forse colliso con i ‘lauti’ compensi del quinto livello del contratto collettivo nazionale di lavoro del commercio, ovvero circa 1000 euro nette al mese per un full-time, che quasi si dimezzano in vista del part-time offerto dalla società. Tuttavia, come evidenziato nel bando, quest’ultima ‘si riserva in fase di stipula del contratto l’applicazione di eventuali compensi integrativi/indennità di funzione’. Ai candidati non resta dunque che sperare nella clemenza della commissione esaminatrice, che dopo avere scartabellato centinaia di candidature, le selezionerà secondo un curioso e seminascosto terzo requisito: la precedente esperienza lavorativa al museo Santa Maria della Scala! A coloro che proveranno di avere lavorato nel complesso saranno attribuiti il doppio dei punti rispetto a chi ha lavorato in altri siti”.
Chiude la nota: “Non sarebbe stato più facile accogliere le istanze dei dipendenti di Opera e internalizzare il maggior numero di unità possibili? Forse no, dato che la nuova società non adotta lo stesso livello di contrattualizzazione (gli operatori di Opera sono inquadrati nel quarto livello del contratto collettivo nazionale di lavoro del commercio) e a tutti saranno inevitabilmente azzerati gli scatti di anzianità. L’inadeguatezza di certe offerte di lavoro, spesso fatte da società che giocano al ribasso sulla pelle dei professionisti, è spiazzante, ma lo è ancora di più quando si tratti di un ente pubblico, che dovrebbe garantire criteri di meritocrazia nella gestione del proprio patrimonio culturale”.